La riscossa della montagna per le Feste
È tornata la Cortina blingbling, la Cortina glam, quella dei russi e dei nuovi ricchi cinesi (magari in arrivo da Milano), dello struscio in Corso Italia e delle cene «stasera da noi e domani da voi». Senza il timore di sconfinare nel cafonal da Cinepanettone, senza estremismi al grido «Cortina ai cortinesi», senza pauperismi o frugalità monacali che suonerebbero stonati in una delle capitali «Best of the Alps» abituata a confrontarsi con Chamonix e St. Moritz.
«C’è un ritorno al passato racconta il sindaco Gianpietro Ghedina - e le cose stanno andando davvero bene. Siamo molto contenti». Ci racconti.
«Già in occasione del ponte dell’Immacolata, grazie al Fashion Weekend che di fatto ha segnato l’apertura della stagione, avevamo registrato il tutto esaurito. In questi giorni la città è di nuovo piena, in anticipo rispetto al trend che di solito vede i turisti arrivare soprattutto dopo Santo Stefano. C’è tanta voglia di montagna e Cortina è qui per soddisfarla. Da oggi gli impianti sono tutti aperti». Cortina resta un sogno per pochi?
«La proposta è molto diversificata, abbiamo un campeggio e camere che vanno da una a cinque stelle superior. Certo non le nascondo che il nostro target è quello medio alto, di qualità, ed è su quello che stiamo investendo come amministrazione, dalle manifestazioni alle attività, con attenzione particolare al fashion e al glamour, che chi ci ha preceduti in municipio non vedeva molto di buon occhio.
Ma chi viene a Cortina viene anche, se non soprattutto, per quello». Come i temutissimi russi?
«Temuti da chi? Vengono qui in gennaio quando gli alberghi iniziano a svuotarsi e ci permettono di allungare la stagione. Hanno la passione per lo shopping. In alcuni casi sono una clientela affezionata. E mica ci sono solo loro: amano Cortina i giapponesi e i brasiliani, gli inglesi, i danesi, i norvegesi. Stanno arrivando i cinesi e i coreani. E comunque anche gli italiani hanno voglia di divertirsi». Non solo sugli sci.
«Questa è la sfida, garantire opportunità di sport, relax e divertimento anche al di là delle piste. Un tema importante specialmente per la stagione
estiva che pure inizia a darci soddisfazione con la mountain bike, il rafting, l’arrampicata. Certo poter godere delle cime più belle delle Dolomiti ci aiuta».
Eppure il Trentino Alto Adige continua a macinare numeri migliori della montagna veneta.
«Non di Cortina, che sta al passo e anzi, forse corre pure di più. Capisco però che la mia città sia un unicum nel panorama veneto, fa un po’ storia a sé perché ha un’immagine definita e una tradizione radicata nel tempo». A voi quindi non interessa traslocare in Alto Adige...
«Eh... (sospira) questo è un argomento diverso. Il modello Alto Adige è il top per qualunque Comune di montagna,
che giustamente vi ambisce perché lì, a differenza che in Veneto, la montagna è al centro della politica. E non potrebbe essere altrimenti, visto che hanno un territorio interamente montuoso». I Mondiali di sci del 2021 aiuteranno a colmare il gap?
«Saranno un’opportunità straordinaria perché ci lasceranno opere importanti, che resteranno. Penso alla nuova piscina, alla palestra riammodernata, alla viabilità. Stiamo lavorando sodo». La querelle sulle seconde case è stata archiviata?
«Le seconde case, che in molti casi appartengono a grandi famiglie industriali che frequentano Cortina da generazioni, sono una risorsa da valorizzare perché contribuiscono al benessere della comunità, soprattutto dei nostri artigiani. Vogliamo coinvolgere queste famiglie nella vita della città e sviluppare una politica non solo dell’accoglienza ma dell’appartenenza, che ci aiuti a far vivere Cortina tutto l’anno».