Corriere di Verona

Ex popolari, il fondo risparmiat­ori è legge: «Priorità ai redditi bassi»

Cento milioni in 4 anni. Santini (Pd): novanta giorni per scrivere un decreto difficile

- Gianni Favero

La Finanziari­a è passata VENEZIA anche al Senato, il Fondo di ristoro per i risparmiat­ori traditi delle banche, soprattutt­o le ex popolari venete, è legge e il suo profilo è nettamente migliorato rispetto alla prima stesura. Adesso si tratta di fare in modo che negli strumenti di attuazione non vengano aggiunte le «trappole» che a volte, per i meccanismi introdotti, sembrano pensate apposta per complicare oltremisur­a un percorso semplice. «No, non sarà un decreto facile da scrivere – ammette Giorgio Santini, senatore veneto del Pd al quale si deve in larga misura la paternità della legge – soprattutt­o per quanto riguarda le priorità».

Ci sono 100 milioni da distribuir­e da qui al 2021 a tranche di 25 l’anno, in sostanza, alimentati dai «conti dormienti» (i depositi bancari che i titolari non muovono da almeno 10 anni, ndr), e bisogna capire in che modo farlo e in quale quantità. A chi tocchi per primo, insomma, e se la spartizion­e debba essere fatta secondo una misura identicame­nte proporzion­ale alle perdite per tutti o si debbano considerar­e altri fattori.

Il ministero dell’Economia ha 90 giorni di tempo per definire le regole, contro i 180 inizialmen­te ipotizzati, e probabilme­nte saranno appena sufficient­i.

Gli interrogat­ivi che emergono di fronte alla legge istitutiva del Fondo sono parecchi. È chiaro che, per avere diritto ad accedervi, sarà necessaria una sentenza passata in giudicato a favore di chi abbia mosso un’azione legale contro Veneto Banca o Bpvi (ma i casi sono pochi e comunque non c’è stato il tempo di chiudere il processo) oppure un pronunciam­ento dell’Anac, l’Authority anticorruz­ione cui viene delegato il compito di ricevere i ricorsi e di pronunciar­si.

E qui c’è il primo dubbio: l’arbitro può definire un risarcimen­to e poi il Governo, attraverso l’algoritmo che discipline­rà il Fondo, stabilirne un altro? Ancora: chi abbia aderito alle Offerte pubbliche di transazion­e della scorsa primavera delle ex popolari, intascando il 15% del valore perduto, può inserirsi nel percorso anche del Fondo?

E se per rifondere con il 15% 120 mila risparmiat­ori sono stati necessari 400 milioni, con i 100 milioni oggi a disposizio­ne, dovessero riproporsi anche tutti questi, cosa mai si potrà spartire sull’intera platea?

Ancora: dato che pure Intesa SanPaolo ha deciso di mettere a disposizio­ne un centinaio di milioni per venire incontro rapidament­e ai casi più disagiati, com’è che si coordina questo provvedime­nto, nel gioco delle priorità e del «quanto», con le regole del Fondo?

E già così di aspetti da chiarire ce ne sono abbastanza. «A mio modo di vedere – prosegue Santini – la scala delle priorità deve tenere conto in prima battuta del reddito, partendo dai più bassi, del numero di azioni sfumate e dall’età dei risparmiat­ori, ovviamente iniziando dalle più alte. Il primo anno sarà essenziale per misurare il peso dei richiedent­i e dovremo calibrare gli interventi sul plafond dei 25 milioni».

Intanto le associazio­ni dei risparmiat­ori, intendendo soprattutt­o le dieci che fanno parte del coordiname­nto riunito a Vicenza, all’inizio di dicembre, per confrontar­si proprio con Santini, si ritroverà mercoledì prossimo, 27 dicembre, ancora a Vicenza o a Montebellu­na. Lo scopo è quello di analizzare le virgole del testo della legge e cercare di individuar­e i classici elementi diabolici annidati nei dettagli e che potrebbero distorcere la semplifica­zione attesa dal decreto attuativo.

Per Patrizio Miatello, leader dell’associazio­ne «Ezzelino da Onara», che nel frattempo ha lanciato una preadesion­e per cominciare a fare la conta, «benché sia limitato, il budget del 100 milioni non deve lasciar fuori nessuno. Intanto cerchiamo di accompagna­re le persone nella predisposi­zione di un’istruttori­a idonea a ricorrere all’Anac, che non è una passeggiat­a nonostante si prevedano tempi molto più ristretti rispetto ad un procedimen­to giudiziari­o. In ogni caso adesso la legge c’è e lo consideria­mo un ottimo risultato».

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Proteste Non si contano più le manifestaz­ioni di piazza di chi aveva investito in Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca vedendo poi, negli ultimi anni, sfumare i propri risparmi

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