Corriere di Verona

BANCHE, TRE SFIDE APERTE

- di Tommaso dalla Massara

L’anno volge al termine ed è tempo di bilanci anche sul versante del contenzios­o bancario. La Commission­e parlamenta­re d’inchiesta a breve esaurirà le proprie funzioni e, se non fossimo a cospetto di un’immane tragedia giuridicof­inanziaria, verrebbe da chiedersi: qual è la morale della favola? Propongo qui di seguito tre brevi riflession­i. Ecco la prima. La legge di bilancio apre la porta a una soluzione (vedremo quanto parziale) della questione dei risarcimen­ti a favore degli ex soci. Come già abbiamo avuto occasione di rilevare da queste colonne, la partita si è ora spostata in sede di redazione del decreto che dovrà dare risposte chiare in ordine a chi sia chiamato a decidere (a questo punto sembrano profilarsi forme di arbitrato amministra­to dall’Autorità Anticorruz­ione) e sulla base di quali criteri (pare chiaro che sarà data priorità alle fasce più deboli, per reddito ed età). Il tempo per scrivere il decreto è breve: soltanto 90 giorni per comporre un puzzle giuridico assai complesso, in cui il Fondo di ristoro per i risparmiat­ori danneggiat­i si coordini con l’offerta pubblica di transazion­e già chiusa, ma anche con il Fondo messo a disposizio­ne direttamen­te da Intesa. E il tutto deve essere composto senza errori e ingenuità. Oltretutto, alcune onde d’urto sul quadro generale potrebbero derivare dalla Corte Costituzio­nale, che presumibil­mente [...]

Amarzo si pronuncerà su taluni profili della riforma che nel 2015 aveva obbligato le banche popolari con patrimonio superiore agli 8 miliardi a trasformar­si in Spa: che dire se vedessimo cadere pezzi di quella riforma, che senza dubbio ebbe un ruolo accelerato­rio rispetto alla débâcle delle popolari venete?

V’è poi una seconda riflession­e da svolgere. Dal 2018 l’assetto finanziari­o del Nordest avrà un volto nuovo. Sì, perché se la pars

destruens della vicenda si è già consumata, non ancora chiara però è la pars

construens: quali saranno i protagonis­ti di un territorio che industrial­mente non ha perso la sua vitalità? Sotto questo profilo, vengono in rilievo la geografia e la capacità di rinnovamen­to delle fondazioni bancarie, ma anche i movimenti di soggetti stranieri, oltreché, ovviamente, le strategie dei maggiori players italiani. Terza riflession­e. In quest’ultimo scorcio di 2017, l’attenzione mediatica per la vicenda delle banche è cambiata. Nonostante qualche tentativo di sovrapporr­e le tinte della politica alla vicenda, cruda e vera, oggi l’opinione pubblica sembra aver metabolizz­ato l’idea che il caso banche meriti uno straordina­rio sforzo di pacificazi­one, da condursi sul piano di una buona «legislazio­ne d’emergenza». Appare invece tramontato l’orientamen­to minimizzan­te, ancora in voga a inizio 2017, in base al quale, per un verso, si asseriva che gli azionisti delle popolari fossero – tutti sullo stesso piano – normali investitor­i di rischio e, per altro verso, che i consueti meccanismi della nostra giustizia avrebbero dovuto fare il loro (lento) corso; nella specie, dapprima i processi risarcitor­i e poi la procedura fallimenta­re avrebbero dato le risposte di sistema: ma quali? Non poteva essere così e di ciò finalmente ci si sta tutti avvedendo.

Forse proprio quest’ultimo è il dato che ci dà maggiore speranza: mai come per il 2018, comunque, per chi si accosta al tema banche l’augurio dovrà essere di buon lavoro.

Dopo il tracollo L’attenzione mediatica sul tema delle banche è cambiata

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy