Corriere di Verona

«Addio Enrico, sei stato il figlio che tutti avrebbero voluto avere»

- di Enrico Presazzi

Di fronte a lui, la bara bianca coperta di fiori gialli e poi tutta quella folla seduta tra i banchi della chiesa del Beato Andrea di Peschiera. Parenti, amici, conoscenti e colleghi venuti a salutare per l’ultima volta Enrico Venturi, l’operaio di 31 anni morto sul Baldo la vigilia di Natale.

È stato papà Alberto, al termine della cerimonia, a salire sull’altare e a prendere la parola: «Non sono qui per ricordare chi erano o cosa facevano Enrico e Michele - ha detto ricordando anche l’altro figlio scomparso in un incidente in moto nel marzo del 2009 -, loro erano ragazzi che ci davano tutto il loro amore. I figli che ognuno di noi avrebbe il desiderio di avere e questo oggi voi qui ce lo avete dimostrato: vogliatevi bene».

Poi un pensiero ai soccorrito­ri che quella drammatica notte sono saliti in mezzo a ghiaccio, pietre e neve, per tentare il tutto per tutto, mentre lui cercava in mezzo al buio il suo Enrico: «Rivolgo un saluto particolar­e ai soccorrito­ri del soccorso alpino e dei vigili del fuoco».

Parole che hanno commosso tutti i presenti, stretti attorno a lui e alla moglie Barbara, provati dal secondo, tragico, lutto. «Di fronte a questa disgrazia rimaniamo senza parole - ha detto nel corso dell’omelia don Attilio Bonato -, ma se la fede non elimina il dolore, è comunque in grado di aprirci orizzonti di speranza».

Il sacerdote ha poi voluto ricordare Enrico, prendendo spunto dalle parole del padre, incontrato nei giorni scorsi: «Alberto mi ha raccontato del suo amore per la natura e in particolar­e per la montagna e per il Baldo che conosceva in ogni suo angolo: amava puntare lo sguardo sull’alba visto dalla cima - ha detto il parroco -. Uno sguardo contemplat­ivo e di meraviglia che ci ricorda il Cantico delle Creature di San Francesco».

Era salito anche domenica, fino alla cima Telegrafo, per ammirare da lì il tramonto, come aveva scritto sulla pagina Facebook del rifugio. Un’escursione in solitaria che non gli ha lasciato scampo: scivolato nel vallone Osanna per circa 500 metri e ritrovato dopo ore dai tecnici del soccorso alpino che ieri erano presenti in chiesa con i loro gilet rossi.

Tra i banchi anche il sindaco Orietta Gaiulli che ha portato alla famiglia la vicinanza e il cordoglio di tutta l’amministra­zione (il padre Alberto lavora come dipendente del Comune). Poi la bara bianca ha attraversa­to la chiesa in mezzo a due ali di amici che tentavano di farsi forza a vicenda, stretti in un abbraccio. Uno sguardo veloce alla Fiat 500 Abarth parcheggia­ta sul sagrato, a lato del carro funebre. Era l’auto che Enrico aveva assemblato da solo pezzo dopo pezzo. Appassiona­to di motori, ma anche di modellismo e di downhill. «Il figlio che tutti avrebbero voluto avere».

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 ??  ?? La vittima Qui sopra, Enrico Venturi, morto a 31 anni la notte di Natale dopo un volo di 500 metri scendendo dal Baldo. A sinistra, lo strazio di parenti e amici davanti alla bara
La vittima Qui sopra, Enrico Venturi, morto a 31 anni la notte di Natale dopo un volo di 500 metri scendendo dal Baldo. A sinistra, lo strazio di parenti e amici davanti alla bara

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