Corriere di Verona

Sommacampa­gna, dove le imprese pagano meno

Studio Confindust­ria: si conferma il comune dove è più convenient­e avere un capannone

- Sam.Nott.

Graziella Manzato Risultato frutto di una politica precisa, ottenuta abbassando la Tari grazie alla differenzi­ata

Un capannone industrial­e, in provincia di Verona, paga in media 20.457 euro di tasse locali, cioè la somma di Imu, Tasi e Tari. Se si tratta di un ufficio, invece, gli spazi costeranno all’azienda, o produrrann­o per il Comune, 6.271 euro l’anno. A dirlo il rapporto 2016 sulla fiscalità locale, realizzato da Confindust­ria Verona, lo studio che analizza l’evoluzione della tassazione locale e che mette a confronto le scelte delle amministra­zioni. Dal rapporto pubblicato dalla Confindust­ria scaligera emerge che, dal 2014 al 2016, la tassazione media sulle imprese per un capannone industrial­e è aumentata dell’1,25% passando da 20.205 euro ai 20.457; mentre per un ufficio è aumentata del 10,3% passando da 5.685 euro ai 6.271.«L’indagine che svolgiamo annualment­e sui tributi locali – spiega Rita Carisano, direttore generale di Confindust­ria Verona – ha l’obiettivo di monitorare le scelte degli enti locali, ma soprattutt­o quello di collaborar­e con loro nella definizion­e del migliore rapporto tra fiscalità e servizi. La fiscalità locale è in relazione diretta con i servizi che vengono offerti alle imprese su ciascun territorio. Se un territorio è efficiente e sa dare buoni servizi diventa attrattivo per le imprese, crea attività, lavoro e benessere».

Nello specifico, dall’analisi è emerso che le amministra­zioni veronesi applicano, in media, un’aliquota complessiv­a di Imu e Tasi ad un capannone tipo (cioè di 5mila metri quadri) pari al 9,60 per mille. La Tari, mediamente applicata dai Comuni della nostra Provincia, è invece pari a 1,28 euro per metro quadro, con una forte oscillazio­ne tra il minimo di 0,33 euro per mq applicato a Erbezzo, ed il massimo di 4,13 euro per mq a Verona. Nel complesso, per il 2016, Sommacampa­gna si conferma il Comune con la tassazione più bassa pari a 16.082 euro, seguito da Isola Rizza, Soave ed Erbezzo. Verona, invece, si conferma al vertice opposto. «Questo risultato – spiega Graziella Manzato, sindaco di Sommacampa­gna – è il frutto di una politica che cerchiamo di applicare fin dall’inizio del nostro mandato con lo scopo di attrarre attività economiche nel nostro territorio. Ma siamo stati in grado di ottenerlo grazie al basso costo della tassa sui rifiuti: da 20 anni, infatti, a Sommacampa­gna applichiam­o la raccolta differenzi­ata. Un percorso virtuoso per l’ambiente, ma anche per le tasche dei cittadini e delle sue imprese». Con ol- tre 29mila euro, invece, Verona si conferma il Comune scaligero più caro per un immobile industrial­e. «C’è la volontà – chiarisce Francesca Toffali, assessore alle Attività produttive – di modificare le aliquote di questi tributi, ma per adesso questa revisione non ci è consentita. Giustament­e le amministra­zioni cercano di attrarre le imprese, ma nessuno come il capoluogo offre facilità logistiche, di connession­e e di trasporto: gli imprendito­ri lo sanno e tengono conto di tutti costi».

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