Pecchia promette un Hellas di cuore contro la Juventus
Pecchia assicura: «Imparato la lezione». Tutti a disposizione, tranne Cerci e Fares
Viene da ricordare quanto scrisse quello, ormai un secolo fa: il pessimismo della ragione, l’ottimismo della volontà. Ci arriva così, il Verona, alla partita con la Juventus. Il saluto al 2017, anno che ha restituito all’Hellas la Serie A e che poi gli ha fatto capire quanto sarà dura tenersela, cade stasera con chi, dell’Italia del pallone, è ininterrottamente la dispotica regnante dal 2011. Si può viaggiare in un gioco spaziotemporale per stabilire come si collochi questa Juve tra le grandi sovrane della storia bianconera, ma l’esercizio è un puro svago in attesa dei botti di San Silvestro.
C’è, piuttosto, da chiedersi come il Verona di oggi, sminuzzato all’antivigilia di Natale dall’Udinese, possa frenare la marcia a rullo di una squadra, quella di Massimiliano Allegri, che è sì costretta a inseguire il Napoli al vertice del campionato, ma che, in queste settimane, ha iniziato a correre più veloce di un Niki Lauda vintage: «Cuore e coraggio», è l’invito di Fabio Pecchia. Quello juventino è un esercito regolare dotato di armamenti di ogni sorta. All’Hellas guerrigliero viene da credere se si pensa a certe partite – con l’Inter, sia pur perdendo, e con il Milan, nel 3-0 che ha sommerso il Diavolo –, molto di meno riguardando la rotta di Udine: «Abbiamo affrontato la gara con poche energie – spiega Pecchia –. Dopo una serie di buone prestazioni c’è stato un calo. Ci servirà da lezione». Meglio impararla alla svelta, perché la Juventus che si presenterà al Bentegodi (si va verso il sold out) non vuole fare prigionieri. Pecchia non nicchia e osserva: «La loro forza principale non è nelle individualità, ma nell’essere squadra. Riescono a fare qualsiasi cosa. Ecco: alla Juve toglierei la mentalità vincente».
Contro Dybala e Higuain, Douglas Costa e Alex Sandro, contro chi, privo di Buffon e Pjanic, può inserire Szczesny e Marchisio, le fantasie stanno a zero: «Dovremo giocare al massimo delle nostre potenzialità. Tutto dipenderà da come sapremo stare in campo. C’è bisogno della partita perfetta? Perfezione è una parola importante…», dice Pecchia, che ha a disposizione tutta la rosa, ad eccezione di Cerci e Fares. Le scelte, dunque: «Sto facendo le ultime valutazioni», taglia corto il tecnico. In difesa, in realtà, le soluzioni sono obbligate, con una linea schierata, da destra a sinistra, con Ferrari, Caracciolo, Heurtaux e Caceres (fatte salve, per lui, nuove grane dovute alla lombalgia che l’ha stoppato prima dell’Udinese). Centrocampo innervato dal rientro di Büchel dalla squalifica, con Bruno Zuculini a far coppia con lui e, a galleggiare a metà con l’attacco, Romulo e Verde, sulle ali. A supporto di Kean – favorito su Pazzini – si giocano un posto Bessa e Valoti, con il primo in leggero vantaggio: «Vogliamo esaltare i nostri tifosi in uno stadio pieno», fa Pecchia. Il Verona, a Udine, ha visto bianconero. Con la Juve, per non scivolare nel gorgo, sopra al Bentegodi dovrà guardare un cielo a colori.
Alla Juve toglierei la mentalità vincente. Vogliamo esaltare i nostri tifosi in uno stadio pieno