Strane analogie con i due teschi di Medole
Nelle stesse ore, a 15 minuti d’auto, trovati i resti di due bambini. Anch’essi chiusi in una sacca da palestra
Il corpo di una donna tagliato a pezzi e ritrovato nel Veronese. E i poveri resti di due bambini e di un adulto, scoperti in provincia di Mantova.
Ora si scopre che un filo sottile potrebbe legare i due gialli che, in queste ore, stanno impegnando gli investigatori del Nord Italia.
Da un lato, il mistero di Valeggio sul Mincio con quel cadavere segato con cura e poi sparpagliato a Corte Gardoni, una località circondata da boschi e vitigni, a tre chilometri dai caratteristici mulini di Borghetto. Dall’altro, l’inquietante rinvenimento fatto a Medole, anche lì in aperta campagna, dove una coppia di fidanzati ha rinvenuto due teschi, probabilmente di bambini, e il femore di un adulto.
La procura di Mantova indaga per sottrazione di cadavere mentre quello avvenuto Veneto è senza dubbio un omicidio. Ma tra i due casi ci sono delle analogie che hanno spinto i carabinieri veronesi a dialogare con i colleghi della provincia limitrofa.
Nessuna prova, almeno finora, che i rinvenimenti siano collegati, ma resta un fatto: in entrambi i casi, chi si è sbarazzato dei resti l’ha fatto trasportandoli all’interno di un borsone da palestra.
Al momento del ritrovamento, i teschi di Medole erano ancora dentro la sacca, gettata in un fossato. E anche Cinzia Zara, la donna che ha scoperto il cadavere a Valeggio, racconta di aver notato una borsa da palestra azzurra, proprio accanto ad alcuni resti della vittima.
Ci sono altri punti «di contatto» tra le due vicende. A cominciare dalla vicinanza geografica: Valeggio sul Mincio e Medole distano appena venti chilometri, che in auto si coprono in poco più di un quarto d’ora. Infine c’è il fattore temporale: i teschi
Mistero dal passato Secondo le prime analisi le ossa potrebbero risalire a 15 anni fa
abbandonati nel Mantovano sono stati rinvenuti venerdì pomeriggio, solo ventiquattro ore prima che Zara scoprisse il corpo martoriato nel Veronese.
Le analogie, almeno per ora, si fermano qui. Mentre la marocchina ritrovata a Valeggio sarebbe stata probabilmente uccisa tra venerdì e sabato, da una prima analisi i resti dei due bambini e dell’adulto potrebbero risalire a una quindicina d’anni fa, anche se pare escluso che si tratti di ossa trafugate da un museo o da qualche laboratorio di analisi.
Esattamente come i carabinieri veronesi, anche gli investigatori mantovani hanno trascorso queste ultime ore lavorando per dare una identità a ciò che rimane dei tre scheletri: la speranza è di poter rilevare il Dna delle vittime e per riuscirci non è escluso che la procura affidi presto l’incarico al Ris di Parma.
Solo allora, forse, si saprà con certezza se esiste un collegamento tra l’assassino della marocchina e il «collezionista di ossa» che ha agito poco distante.