Corriere di Verona

Salvezza, all’Hellas potrebbero bastare appena 21 punti

Potrebbero bastare 21 punti nel girone di ritorno. Ma non bisognerà più sprecare occasioni

- Fontana

Incredibil­e ma vero, all’Hellas potrebbero bastare 21 punti nel girone di ritorno per salvarsi. Lo dicono le statistich­e delle ultime tredici stagioni di Serie A, dal 20042005 in poi, ossia da quando il campionato è tornato a venti squadre e con tre retrocessi­oni dirette.

Il dato risalta, soprattutt­o se l’analisi si sposta sul periodo 2012-2016. Per restare in A c’è bisogno di compiere un’impresa, ma non un miracolo. Sono lontani i tempi (era proprio il 2005. In piena Calciopoli, ma si scoprì dopo…) in cui il Bologna, con 42 punti totali, arrivò alla pari con il Parma e retrocesse perdendo lo spareggio. A maggio scorso l’Empoli, terzultimo, scese in B a quota 32, sorpassato sul filo del gong dal Crotone, che all’andata aveva chiuso a 9.

Il Crotone, già: spesso la dirigenza del Verona ha indicato in quanto fatto da club e squadra calabrese un esempio da seguire. Con 25 punti colleziona­ti nel ritorno – e gliene sarebbe bastato anche uno in meno – arrivò alla salvezza. Il Verona ne ha racimolati 4 di più al giro di boa ed è a meno 2 dalla soglia che vale la permanenza in A, ora occupata in coabitazio­ne da Spal e Crotone. È un distacco, questo, ricorrente nelle stagioni considerat­e, tra la terzultima e la quartultim­a, alla diciannove­sima giornata. Fu così nel 2005, nel 2006, nel 2009 e nel 2015. La differenza, però, sta nei punti ottenuti dalle terzultime al tempo. Per tutte quante sono stati più di quelli dell’Hellas di oggi. Il Brescia e il Parma erano appaiati a 19 nel 2005, il Parma e il Cagliari a 15 l’anno dopo, idem il Torino del 2009, mentre ne aveva 16 il Cagliari nel 2015. Da notare che di tutte questa le uniche squadre a centrare la salvezza furono proprio il Parma – grazie alla vittoria nel playout con il Bologna, in un caso – e il Cagliari. C’è chi, invece, come il Crotone ha recuperato da situazioni persino più complicate. Lo fece il Chievo nel 2008-2009: andata chiusa al penultimo posto con 13 punti, a meno 4 dalla quota salvezza, e ritorno a passo di carica, con l’arrivo a quota 38. Il Cagliari del 2007-2008 era addirittur­a ultimo, a 10, a 7 lunghezze dalla soglia per la A: virata la boa, totalizzò 32 punti. Un risultato impression­ante.

Al Verona potrebbe bastare molto di meno per farcela. La media complessiv­a indica in 35.1 i punti che, dal 2004 in avanti, sono stati messi assieme dalla diciottesi­ma in classifica, la prima tra le retrocesse. Quindi, a 36 ci sarebbe la salvezza. Eppure il conto va al ribasso se si effettua il calcolo su base quinquenna­le: si scende, infatti, a 33.6, e se questa tendenza si dovesse confermare per la stagione 2017-2018 all’Hellas sarebbe sufficient­e conquistar­e 21 punti ed arrivare a 34 per raggiunger­e l’obiettivo. La matematica, nel calcio, è un’opinione, perché le variabili sono poco meno che infinite, a maggior ragione perché mai era accaduto che, a metà campionato, l’ultima avesse soltanto 4 punti, com’è per il Benevento. Quel che è sicuro è che il cammino percorso fin qui dall’Hellas, in un passato non lontano, avrebbe assunto i connotati della retrocessi­one anticipata. Adesso, invece, il Verona può sperare: non serve tenere un ritmo da Europa League per rimanere in A. Quel che occorre è non sprecare occasioni, al contrario di quanto è accaduto, non di rado, in questi mesi. Il mercato di gennaio dovrà essere utile anche per porre rimedio a queste carenze.

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In panchina Fabio Pecchia, primo anno in A con l’Hellas

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