Corriere di Verona

Melegatti attende i giudici per le colombe

Si cerca l’intesa tra investitor­i e proprietà, i sindacati: «Siamo pronti a partire»

- Nottegar

Entro questa settimana, Melegatti dovrebbe presentare la campagna di Pasqua al tribunale di Verona e ai commissari. Il piano di produzione delle colombe non può ancora attendere a lungo.

Entro questa settimana, Melegatti dovrebbe presentare la campagna di Pasqua al tribunale di Verona e ai commissari. Se, infatti, la storica azienda dolciaria vuole avviare il piano di produzione delle colombe subito dopo l’Epifania, come più volte annunciato, i tempi ormai non concedono più molti rinvii. I dipendenti sono al lavoro nello stabilimen­to di San Giovanni Lupatoto per approntare la nuova produzione, dopo la mini campagna di Natale portata a termine a dicembre, ma per adesso si rimane in attesa del via libera da parte del collegio dei giudici presieduto da Silvia Rizzuto. E ovviamente non può arrivare nessuna indicazion­e da parte del tribunale scaligero, se prima l’azienda non presenta il piano a giudici e commissari, cioè a chi sta verificand­o il buon andamento del concordato, richiesto dalla stessa Melegatti. Una volta che la società avrà presentato il piano di Pasqua, toccherà ai commissari vagliarlo e ai giudici decidere se è conforme a quanto stabilito.

Con il via libera del tribunale, la prossima settimana potrebbe partire la produzione di colombe e dolci pasquali, in linea con quanto annunciato anche dall’attuale presidente di Melegatti Emanuela Perazzoli poco prima di Natale, e nel solco di quanto faranno anche le aziende concorrent­i. I tempi più lunghi, rispetto all’esecuzione lampo della campagna natalizia, sono determinat­i dal fatto che nel primo caso, il fondo maltese Abalone erogò i sei milioni di euro necessari come finanza di emergenza, un finanziame­nto prededucib­ile, in questo caso, invece, gli ulteriori 10 milioni sono inseriti all’interno di un accordo quadro. Cioè il fondo è disposto a investire ancora, ma solo a fronte di garanzie sul futuro controllo di Melegatti. Quindi, in linea di massima, se la campagna di Pasqua sarà realizzata, significa che fondo e proprietà, o almeno chi esprime la maggioranz­a di Melegatti, hanno trovato un accordo anche sugli assetti futuri dell’azienda nella quale anche la società Dal Colle ha scelto di avere un ruolo operativo. «Noi siamo in attesa di riprendere la produzione – chiarisce Paola Salvi di Flai Cgil Verona – così come ci era stato annunciato. Per adesso non è ancora ripartita, ma abbiamo in calendario un incontro con il nuovo direttore generale Sergio Perosa per capire meglio la situazione e provare a definire le tempistich­e». L’incontro, non ancora definito, dovrebbe tenersi all’inizio della prossima settimana. Nel caso in cui l’azienda presenti il piano di Pasqua e i giudici diano il via libera, la nuova scadenza che la società dovrà rispettare è quella del 7 marzo. Il tribunale, infatti, ha concesso 120 giorni di tempo a Melegatti per presentare o il piano di ristruttur­azione dei debiti o il piano di concordato preventivo. Dato che la domanda di concordato in bianco è stata presentata lo scorso 7 novembre, ad inizio marzo il termine scade. Il tribunale, tuttavia, ha facoltà di concedere ulteriori 60 giorni a Melegatti per trovare l’accordo con i creditori e presentare una delle due opzioni. Invece, nel caso remoto ma tecnicamen­te possibile in cui il tribunale giudicasse assolutame­nte inidonea la proposta dell’azienda per la campagna di Pasqua, non si può escludere l’eventualit­à di un’anticipazi­one del termine di inizio marzo per la presentazi­one del piano di concordato. In questi giorni di inizio gennaio, quindi, si può decidere il futuro di Melegatti.

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La salvezza di Melegatti passa anche dall’accordo tra la presidente Emanuela Perazzoli (sopra) e il fondo Abalone per il controllo della società
Al bivio La salvezza di Melegatti passa anche dall’accordo tra la presidente Emanuela Perazzoli (sopra) e il fondo Abalone per il controllo della società

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