Città della Musica il progetto torna a galla
Dodi Battaglia e soci tornano alla carica. Con l’appoggio di un colosso dei concerti
Un grande auditorium per concerti. Una scuola di musica coordinata da Dodi Battaglia, storico chitarrista dei Pooh. Un museo della musica. Il negozio di strumenti musicali di Musical Box. Una liuteria. E tanto altro. Era entrato in un lungo letargo, dopo la presentazione ufficiale nel 2009, il progetto della «Città della Musica». Ma la notizia è che adesso prova a rilanciarsi. E si fa forte dell’appoggio di Live Nation, agenzia di concerti leader in Italia.
L’area, da 300 mila metri quadrati, è poco fuori dal centro città. Un grande auditorium per concerti. Una scuola di musica coordinata da Dodi Battaglia, storico chitarrista dei Pooh, con aule e strutture per il soggiorno. Un museo della musica. Il negozio di strumenti musicali di Musical Box. Una liuteria. E spazi per sale polifunzionali, cinematografiche e teatrali. Era entrato in un lungo letargo, dopo la presentazione ufficiale nel 2009, il progetto della «Città della Musica»: difficoltà con l’area individuata anche al tempo nell’ampio bacino della Zai, avvicendamenti politici in Regione, la crisi nell’edilizia e nelle banche. Ma la notizia è che adesso prova a rilanciarsi. E si fa forte dell’appoggio di Live Nation, agenzia di concerti leader in Italia, interessata a entrare nel progetto occupandosi del calendario dei live per portare a Verona i suoi artisti nazionali e internazionali (Vasco Rossi, Shakira, Metallica, Noel Gallagher, Depeche Mode, alcuni di quelli in tour).
La conferma arriva direttamente dal presidente dell’associazione «Città della Musica», Dodi Battaglia, e dal vicepresidente, l’architetto veronese Maurizio Serafin. Dice il chitarrista dei Pooh: «È un progetto di valore europeo che ha preso nuovo vigore anche alla luce delle ulteriori figure che lo stanno appoggiando. Penso che nel giro di pochi mesi potremmo avere un feedback positivo dalle autorità». Dice Serafin: «Il nuovo progetto è finito e stiamo preparando un business plan credibile che a breve presenteremo alle istituzioni. Servirebbero due, tre anni per costruire il tutto. Il costo stimato è di 90 milioni di euro: intanto cerchiamo di farcela con i finanziamenti di privati imprenditori e di chi investirà nell’opera, poi ci saranno fondi regionali, nazionali ed europei».
Parliamo di rilancio perché, come detto, l’idea della «Città della Musica» era già stata presentata nel luglio del 2009. Ci fu una conferenza stampa a Palazzo Barbieri. Presenti il sindaco attuale, Federico Sboarina, all’epoca assessore al Tempo libero, il sindaco dell’epoca, Flavio Tosi («questo progetto è un traguardo per i nostri giovani musicisti e per tutta la città»), gli allora assessori comunali all’Urbanistica, Giacino («un’opera di respiro internazionale») e alla Cultura, Perbellini. E poi la Regione, che aveva inserito la «Città della Musica» fra le grandi opere strategiche del suo Ptrc e di lì a poco avrebbe vissuto le elezioni col passaggio dalla giunta di Galan a quella di Zaia: l’allora assessore all’Urbanistica Marangon («il progetto rafforzerà il ruolo internazionale di Verona come capitale della musica») e il presidente della commissione regionale urbanistica, Zigiotto («si tratta di una grande opportunità»).
Dall’associazione «Città della Musica» sottolineano che l’idea non è mai tramontata. «Ci siamo ancora. Stiamo rimettendo insieme un po’ tutte le parti. Contatteremo sia Comune che Regione per proporre questo nuovo campus per la musica». Così l’architetto Serafin circa un progetto il cui cuore resta il grande auditorium: «Una struttura da 12 mila posti che potrà arrivare a contenerne 40mila con la gradinata disegnata come copertura. Ci siamo incontrati la settimana scorsa con Roberto De Luca, presidente di Live Nation Italia, che ci ha confermato di essere disposto a contribuire e di poter garantire come minimo oltre 200 eventi all’anno. Si potrebbe poi collaborare con ente lirico e conservatorio. Siccome Verona è al centro dell’Europa per viabilità e collegamento, questo progetto è d’interesse europeo». Progetto su cui anche Dodi Battaglia spera sia la volta buona: «Tanti miei colleghi già nel 2009 ne erano entusiasti e pronti a partecipare».
Il musicista Progetto di respiro europeo che ha preso nuovo vigore