Banco Bpm vara il nuovo assetto Rigo capo della direzione Nordest
In vigore anche il nuovo integrativo che disciplina la mobilità
Un altro passo avanti per la riorganizzazione di Banco Bpm come gruppo unico e integrato. L’istituto lombardo-veronese ha ufficializzato il nuovo assetto commerciale, entrato in funzione con il 2018. Per quanto riguarda il cosiddetto retail, ovvero la rete e i servizi dedicati a famiglie e piccole imprese, otto Direzioni territoriali copriranno le zone di radicamento del gruppo. A queste, faranno capo 45 aree commerciali, da ognuna delle quali dipenderanno circa 50 filiali.
La riorganizzazione segue il principio della «coerenza» territoriale, ragion per cui la vecchia divisione Bpv-Bsgsp ora si sdoppia: c’è la Direzione territoriale Verona e Nord-Est, il cui responsabile è Leonardo Rigo (già capo dell’insegna Popolare di Verona) con Alberto Melotti responsabile commerciale, e c’è la Direzione Emilia-Adriatica, che si occuperà delle aree ex San Geminiano e San Prospero. Nel nuovo modello - che farà anche i conti con una progressiva chiusura di agenzie - è confermato, con qualche differenza rispetto al passato, lo schema hub&spoke già in vigore nel Banco Popolare: alcune agenzie capofila, che gestiscono direttamente tutte le tipologie di clientela, e altre cosiddette «leggere». Il nuovo modello prevede anche la riorganizzazione del corporate, che per il Nord Est è affidato a Enrico Lemmo e ha sede a Verona.
In questi giorni entra in funzione anche il nuovo contratto integrativo per tutti i 24 mila dipendenti del gruppo che, come già riferito su questo giornale il 31 dicembre, introduce la possibilità su base volontaria dello smart working e fissa una quota fino al 15% del totale di contratti part time. In un’intervista al Sole 24 Ore, il condirettore generale Salvatore Poloni sottolinea: «Con l’accordo sottoscritto per l’integrativo si disciplina in maniera univoca all’interno del gruppo anche il tema della mobilità territoriale. Il nuovo modello non ne richiede di più rispetto ai modelli precedentemente adottati dai due gruppi». A questo si aggiunga che «si sta ponendo grande attenzione allo sviluppo tecnologico e alla modalità di svolgimento della prestazione che renderanno sempre meno necessario dover muovere le persone». In questo ambito si muove la sperimentazione dello smart working che verrà avviata nei prossimi giorni e «che rappresenta - spiega Poloni - uno strumento con cui il gruppo intende andare incontro alle esigenze di conciliazione vita-lavoro dei colleghi».