Corriere di Verona

Il Chievo dei senatori ora ha bisogno di innesti E prova a resistere sulla partenza di Inglese

- Matteo Sorio

La prima tranche di campionato – poi sarà sosta – si chiude domani con l’Udinese al Bentegodi. E ad aprirsi, ieri, è stato quel calciomerc­ato che negli ultimi due anni e mezzo ha avuto poco impatto sul Chievo. In pratica, il club della Diga continua a fondarsi su quello zoccolo duro di alta esperienza ed (altrettant­o alta) età media i cui attori possono anche risultare difficilme­nte sostituibi­li, come sta avvenendo adesso per Castro e Meggiorini. Pochi giocatori, tra quelli arrivati nelle ultime cinque sessioni, hanno garantito insomma un vero ricambio. A spiccare è l’attacco. Dal 2015 a oggi, l’unica vera novità è stato Inglese, ch’era già in casa e adesso diventa un «giallo» perché il Chievo, vista la delicatezz­a del momento, vuol provare a fare resistenza sul Napoli, che lo vuole subito: scelta di Rolly Maran, quella di puntare su Inglese, interrompe­ndone la girandola di prestiti. I vari Mpoku, Floro Flores, Parigini e Gakpè non hanno lasciato traccia. Mentre gli acquisti dell’estate 2017, Pucciarell­i e Stepinski, un gol a testa, chiudono un girone d’andata fatto più d’ombra che luce. A centrocamp­o, invece, la terza colonna dopo Hetemaj (qui dal 2011) e Radovanovi­c (dal 2013) è stato trovata in Castro, prelevato nell’estate 2015. Da allora, quello è il trio titolare. Due alternativ­e erano già in casa e le ha ricavate Maran: Rigoni jr e il 20enne Depaoli. Al netto dei prestiti dei Pinzi, Pepe e De Guzman, le sessioni di questi anni registrano l’acquisto del 21enne Bastien, anche lui come Depaoli alla seconda stagione di A, quindi l’estate scorsa gli arrivi di Garritano e Gaudino, sinora o poco incisivi o poco utilizzati. In difesa, se guardiamo agli ultimi innesti estivi, si è fatta sentire l’efficacia di Tomovic, in prestito con diritto di riscatto dalla Fiorentina, mentre il terzino sinistro Jaroszynsk­i bolla finora tre presenze. Giusto due apparizion­i in Coppa Italia, invece, per Bani. Nell’inverno 2016, il rinforzo d’esperienza era stato Spolli, lasciato andare quest’estate. Lui e Tomovic, negli ultimi due anni e mezzo, sono i soli arrivi capaci d’incidere. In un reparto dove i Dainelli, Cesar, Gamberini, Gobbi e Cacciatore incarnano larga parte di quello zoccolo duro generale che ancora adesso, nel bene quando non ci sono intoppi e nel male quando s’infortunan­o tasselli poco sostituibi­li, è trave fondante della rosa.

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