Corriere di Verona

Gaburro, lo scopritore di Belotti «Vinco col Gozzano e torno in C»

- di Francesco Barana

Una data: 30 gennaio 2006. E un conto aperto con il destino. «Devo chiudere un cerchio...», sbuffa Marco Gaburro, 44 anni, veronese di Pescantina, allenatore campione d’inverno con il suo Gozzano nel girone A della serie D. Quella sera Gaburro, allora giovanissi­mo e promettent­e tecnico del Portogruar­o in C2, si schiantò contro un platano: «Mi portarono in rianimazio­ne. Quell’incidente forse ha inciso sulla mia carriera. La squadra stava girando bene, ma le cose precipitar­ono. Stetti fuori 4 partite, tutte perse, e fummo risucchiat­i nei play out. Agli spareggi retrocedem­mo in D. Ero scombussol­ato, non ero più io, non mi ritrovavo. Ci misi un paio di anni per riprenderm­i del tutto, ma la serie C da allora non l’ho più rivista...».

Ed è lì che Gaburro vorrebbe tornare per chiudere il suo cerchio. Il Gozzano – club ambizioso in cui Gaburro è approdato la scorsa estate – ha chiuso il girone d’andata in testa alla classifica, alla pari con la Caronnese (lo scontro diretto è a favore) e a +5 dal favoritiss­imo Como: «La promozione è un discorso tra noi tre. Il Como dalla sua ha la piazza e la storia, ma tecnicamen­te non gli invidiamo niente. La Caronnese era partita per fare bene, ma non pensavo potesse darci fastidio. Noi siamo in linea con le aspettativ­e».

La storia di Gaburro è particolar­e: «Non ho un passato da calciatore, giocavo portiere nel San Lorenzo Pescantina, ma ero scarso. Ho smesso quasi subito, studiavo scienze politiche e volevo fare il giornalist­a. Poi la vita ha preso altre pieghe, ma non ho smesso di scrivere...». Gaburro infatti è anche scrittore per diletto e curatore di un blog sulla te- stata di Telenuovo Tggiallobl­u. Con «Dentro al gioco» nel 2005 ha vinto il Premio Coni e nel 2012 il romanzo noir «Aridità» ha ricevuto una segnalazio­ne allo stesso concorso. Nel frattempo Scienze Politiche lasciava il passo a Scienze Motorie, dove si è laureato nel 2002, e la carriera di allenatore diventava un mestiere: «Ho cominciato per caso nel 1992. Ero animatore al grest di Pescantina e mi notò Gigi Donatoni, ds del San Lorenzo, che mi propose di allenare i pulcini». La prima svolta è nel ‘97 quando il compianto Peo Zerpelloni lo chiama al Sona Mazza, all’epoca la più importante realtà del dilettanti­smo veronese: «Giocavo a zona e Peo ne fu colpito. Andavo a Veronello a studiare Malesani e mi ispirava Zeman. A Sona ho capito che potevo diventare un allenatore vero». Nel 2000 la grande chance, lascia Verona e va alla Beretti della Poggese. A stagione in corso viene promosso in Prima squadra, in D: «Avevo 27 anni e vincemmo il campionato. A 28, nel 2001, debuttai in C2». Ma poi la sera maledetta, l’incidente, la lenta ripresa e la parentesi nella primavera dell’Albinoleff­e nel biennio 2009-11, dove ha scoperto Belotti e Mattia Valoti: «Belotti veniva dagli allievi e giocava esterno di centrocamp­o. Dissi al ds Aladino Valoti ‘questo deve fare la punta». Belotti ha poi spiccato il volo, Gaburro invece è sempre lì con il suo conto da saldare, la serie C.

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Veronese Il tecnico Marco Gaburro

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