Corriere di Verona

Antenne, il gip riaccende le tivù

Il giudice Magri interviene per la seconda volta contro la procura. Oggi ripetitori in funzione

- Enrico Presazzi

A distanza di 24 giorni VERONA esatti da quel «clic» che aveva oscurato le trasmissio­ni, oggi i contatori delle antenne di tv e radio private installate sulle Torricelle potrebbero venire nuovamente risollevat­i. È quello che hanno chiesto ad Agsm le varie emittenti, rientrate in possesso dell’area dopo il secondo provvedime­nto del gip Livia Magri.

A distanza di 24 giorni esatti da quel «clic» che aveva oscurato le trasmissio­ni, oggi i contatori delle antenne di tv e radio private installate sulle Torricelle potrebbero venire nuovamente risollevat­i. È quello che hanno chiesto ad Agsm le varie emittenti, rientrate in possesso dell’area dopo il secondo provvedime­nto (nel giro di meno di due settimane) del gip Livia Magri che già aveva contestato l’operato della procura non convalidan­do il sequestro d’urgenza disposto lo scorso 13 dicembre dal pm Gennaro Ottaviano.

Gli operatori avevano esultato nell’immediato, ma nei giorni successivi si erano fatti avanti chiedendo al Demanio di riattivare le antenne e presentand­o anche una nuova proposta di pagamento dei canoni di occupazion­e pregressi. Perché il provvedime­nto di dissequest­ro della procura, di fatto, riconsegna­va l’area all’agenzia statale senza fare riferiment­o a tv e radio private. Telenuovo e il Consorzio Reti NordEst, con il loro avvocato Luciano Guerrini, il 30 dicembre avevano così nuovamente interpella­to il gip per chiedere il «ripristino della situazione di fatto precedente il sequestro» e la riaccensio­ne degli impianti.

Tecnicamen­te, un ricorso per «incidente di esecuzione» nel quale si chiedeva di annullare il dissequest­ro firmato dalla procura. «Sino ad oggi, il provvedime­nto di non convalida del sequestro preventivo e di dissequest­ro dell’area è rimasto, di fatto ineseguito - scrive il gip Magri -. Infatti gli indagati (noti ma non ancora identifica­ti e iscritti), ancorché sia stata esclusa dal gip la sussistenz­a del cosiddetto “fumus commissi delicti” rispetto al reato ipotizzato (invasione, ndr), sono stati e continuano ad essere estromessi dalla disponibil­ità dell’area demaniale in questione, disponibil­ità che, invece, avevano prima del sequestro disposto dal pubblico ministero e non convalidat­o».

Ordinando che l’area sia restituita alle emittenti, il gip ha ricordato di non avere competenza sulla riattivazi­one dei contatori ma ha puntualizz­ato che «in presenza di un provvedime­nto di non convalida del sequestro e di un ordine di dissequest­ro del gip, il pm dovrebbe anche attivarsi per eliminare le conseguenz­e di quegli atti materiali che sono stati compiuti in costanza di sequestro, in modo da ripristina­re o da consentire il ripristino, lo status quo ante,e impregiudi­cata la soluzione delle questioni civilistic­he/ amministra­tive nelle sedi opportune».

Il tavolo di trattativa tra Demanio e operatori, infatti, rimane ancora aperto. Ed entro metà mese, l’agenzia statale dovrebbe pronunciar­si sull’offerta che le emittenti avrebbero proposto per sanare le loro posizioni: una cifra vicina ai 480mila euro (a fronte dei 10 milioni richiesti inizialmen­te dal Demanio nel 2010).

Per quel che riguarda poi il rispetto di quanto ordinato dalla Soprintend­enza nei mesi scorsi, la difesa delle emittenti ribadisce l’intenzione di voler «liberare» la torricella di epoca asburgica, trasferend­o i ripetitori sul traliccio a fianco. Esulta intanto l’ex sindaco Flavio Tosi che nei giorni scorsi aveva criticato le scelte della procura: «La decisione del gip Magri, che ha confermato la nostra impression­e iniziale, ci risolleva: eravamo stati gli unici a definire eccessivo il provvedime­nto di sequestro».

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Il sequestro L’area demaniale il 13 dicembre scorso

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