Supermarket, la mossa sui sacchetti bio Dopo la «rivolta» li vendono a un cent
Pam da tre cent a uno in pochi giorni. Ipotesi dumping
Dopo tre giorni di rivolte social (e di acquisti singoli di arance e banane per evitare il sacchetto) i supermercati veronesi scelgono la strada del prezzo minimo: un centesimo per ogni minishopper del reparto ortofrutta. In questo modo non viene infranta la contestatissima legge entrata in vigore a Capodanno, anche se il prezzo non copre i costi.
Il «libero mercato» degli odiatissimi sacchetti bio dell’ortofrutta è destinato a durare ancora uno spazio di giorni. Sono bastati poche ore con la nuova legge e un clima da rivolta popolare per spingere quasi tutti i supermercati verso il «dumping», ossia a venderli a un prezzo più basso, il minimo scontrinabile un centesimo - di quello che è rappresentato il costo vivo. Ieri ha ceduto il Pam, dove le bustine per i prodotti sfusi, soprattutto frutta e verdura costavano tre centesimi, poi abbassati a uno. Su questa linea era partita fin da subito Esselunga: entrambi i supermercati hanno due punti vendita in città. All’appello ne mancano altri, ma già al 4 di gennaio era impossibile trovare catene che applichino ancora i tre centesimi: il minimo per avere un ricavo. Migross e Rossetto lo mantengono a due centesimi, il minimo per non andare in perdita, ma stanno prendendo in seria considerazione di abbassarlo ulteriormente. All’indomani della conversione del decreto in legge, le catene veronesi infatti, avevano infatti studiato la possibilità di non far pagare i mini-shopper: la legge, però, su questo punto è chiarissima e se non le bustine non vengono battute alla cassa, si rischia, quasi in automatico, una multa da 2.500 ai 25 mila euro. Certo, per citare Milton Friedman, «Non esistono pasti gratis»: il costo del sacchetto da qualche parte viene recuperato. Come avveniva, del resto, con quelli di plastica, che costavano ai supermercati circa un centesimo a pezzo e che venivano conteggiati come spese di gestione.
Ma piuttosto che assistere alle scene degli ultimi giorni, spiegano gli addetti ai lavori, con clienti che, aderendo a una campagna di «disobbedienza civile» propagatasi tramite Facebook e catene di Sant’Antonio su Whatsapp, si sono recati alle casse con decine di arance, banane, zucchini, melanzane, ananas prezzata una a una, i supermercati preferiscono celare la spesa in altre voci di bilancio. Con il sacchetto a un centesimo, non potendolo «regalare». Si «salvano» gli ambulanti e i negozi di vicinato che possono utilizzare la carta, senza addebitarla: attenzione però, il costo, benché occulto, è ancora più alto.