Corriere di Verona

Bussolengo, la guerra legale dell’agente dei vigili assolto

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A distanza di otto anni dalla sentenza di primo grado, il 27 marzo dell’anno scorso è tornato a indossare la divisa. Nel frattempo la corte d’appello di Venezia ha «cancellato» la condanna a tre anni per intervenut­a prescrizio­ne, ma Giancarlo Veneri, storico agente della polizia locale di Bussolengo continua a chiedere giustizia.

Ed è per questo che attende con trepidazio­ne la fissazione dell’udienza di fronte al gip nel corso della quale il giudice dovrà pronunciar­si sulla richiesta di archiviazi­one presentata dal pm Giovanni Pietro Pascucci a seguito dell’esposto che Veneri aveva presentato in procura nel 2016.

Un esposto di oltre 100 pagine in cui l’agente puntava il dito contro l’ex comandante della stazione dei carabinier­i di Bussolengo, il maresciall­o Roberto Varriale (ora trasferito), accusandol­o di falsa testimonia­nza per le dichiarazi­oni rese nel corso del processo a suo carico nel 2009. «Mi ha descritto negativame­nte enfatizzan­do cose inesatte e smentite dagli altri testimoni sfilati in aula - spiega il vigile -. E, soprattutt­o, ha negato il mio ruolo di informator­e degli stessi carabinier­i».

Una vicenda risalente a 10 anni fa: era il 15 gennaio del 2008 quando Veneri si era visto notificare un avviso di garanzia in merito a un’indagine che lo chiamava a rispondere dei reati di favoreggia­mento della prostituzi­one e di «lenocinio» (mettere in contatto direttamen­te clienti e squillo).

Secondo l’accusa, avrebbe accompagna­to le ragazze sul posto di lavoro e avrebbe svolto per loro anche incombenze di natura burocratic­a. In primo grado, il 16 ottobre del 2009, Veneri era stato condannato a tre anni per il solo favoreggia­mento.

Ma in Appello anche questa accusa era venuta meno per «intervenut­a prescrizio­ne». E nel 2016, Veneri si era presentato in procura a denunciare chi lo aveva «descritto negativame­nte» nel corso del processo.

Così, l’attuale procurator­e capo Angela Barbaglio, aveva iscritto nel registro degli indagati con l’accusa di falsa testimonia­nza il maresciall­o Varriale.

Il fascicolo, nel frattempo, è passato al pm Pascucci che ad aprile ha chiesto l’archiviazi­one ritenendo che il reato di falsa testimonia­nza, qualora provato, «sarebbe comunque estinto per intervenut­a prescrizio­ne». Ma Veneri non si è dato per vinto e ha già presentato opposizion­e alla richiesta: «Voglio che tutta la verità venga a galla, dopo aver vissuto anni molto difficili».

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