Corriere di Verona

Celentano fa 80: l’amore per Verona e quel live in Arena

- Matteo Sorio © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

netica. Dentro quell’omaggio, dunque, l’Arena come la si è vista raramente.

«Quando proposi a Celentano l’idea gli dissi che come l’Arena non ce n’è al mondo, perché a seconda di come la riprendi può sembrare uno stadio così come un piccolo teatro», racconta Mazzi: «La sua grande regia lo confermò, c’era l’Arena fragorosa di quando Adriano cantava e l’Arena raccolta in un silenzio quasi surreale quando Adriano parlava». C’era, e c’è, che uno spettacolo così poteva e può nascere solo intorno a lui, artista e personaggi­o, amato, detestato, mai snobbato: «Celentano è dentro l’Italia – fa Mazzi – Canta, balla, riflette e dà da riflettere: se fa qualcosa, vuoi vedere cos’è». Ripetere un evento così? «Sarebbe un sogno», dice Mazzi. Più realistica­mente, lo si può rivivere sul piccolo schermo. Come stasera, gli 80 anni di Celentano e l’Arena che torna in prima serata. Come all’epoca. Quando Celentano tornò cantante dal vivo. Più musica, insieme a Gianni Morandi, che prese di posizione. Anche quelle, però. Contro lo sviluppo che non è progresso, il consumismo, il cemento al posto del verde.

In platea, fra gli altri, Mogol, Fossati, Al Bano. I giornali fecero sociologia su un appello del pubblico durante uno dei rumorosi silenzi del protagonis­ta: «Adriano, dacci la luce!». Perché nella mitologia di Adriano qualcosa l’ha scritto anche Verona. E lo scriverà s’è vero, come rimarcavan­o le agenzie stampa di ieri, che il Molleggiat­o sta ancora lavorando alla serie tv «Adrian», la propria storia fatta ad animazione e la matita al maestro veronese del fumetto Milo Manara.

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