Il Chievo ferma la super Udinese, ma il pari sa di beffa
Prima la rete da cineteca di Radovanovic, poi il goffo autogol di Tomovic Fermata l’Udinese che aveva vinto le ultime cinque. La Var annulla un gol a Cacciatore
Striscione del North Side, prima che Chiffi fischi l’inizio, i demoni degli ultimi 270’ ancora freschi: «Noi ci siamo… e voi?». Il Chievo c’è. Sebbene non ci siano Inglese, Meggiorini, Castro e Gamberini, cioè attacco titolare, fantasia del centrocampo e uno dei senatori della linea arretrata. Il Chievo c’è perché, okay, magari non ritrova la miglior brillantezza d’esecuzione, però fame, voglia e spirito sì. E lasciandosi alle spalle il nulla di Crotone e Benevento, partorisce forza e idee per fermare l’Udinese, 5 vinte in fila prima di ieri.
Quota 22, ora, in classifica. E un punto, d’oro, di questi tempi. Punto stretto, all’intervallo, essendo che il Var annulla per fuorigioco di un’unghia il raddoppio di Cacciatore (la faccia di Maran, sul tema, è tutta un programma) e l’Udinese – è mancato Ali Adnan, sugli esterni – trova il suo gol senza nemmeno tirare, grazie a Tomovic. Punto comunque giusto, alla fine, perché di là saliranno di tono, di qua testa e gambe accuseranno lo sforzo.
Di Chievo, insomma, ce n’è, nella prima del 2018. Maran fa entrare aria fresca: ai senatori Dainelli e Cesar, in difesa, preferisce il neoacquisto Bani, 24 anni, debutto ordinato in A, e in attacco lancia dal 1’ il polacco Stepinski, le cui sportellate danno del lavoro a Danilo. Fattore chiave: l’approccio è aggressivo, tanto da stupire, forse, l’Udinese. C’è bontà nella corsa. Nel gioco veloce. E nelle idee: prevedibilmente tallonato a uomo, Birsa si allarga a destra per portarsi dietro il marcatore e liberare spazi centrali, mossa di Maran e mossa ottima, perché in uno di quegli spazi Radovanovic trova tempo e coordinazione per la sassata dell’1-0.
Strigliato in settimana, è un Chievo famelico, reattivo sulle seconde palle, dominante, premiato dall’idea che contro un’Udinese robustissima ce la si debba giocare in velocità, sgattaiolando via da raddoppi e aggressioni. Non sta nel cappotto, Oddo, agitato dall’apparente impotenza dei suoi, pericolosi solo su leggerezza di Hetemaj. E, come detto, sarebbe pure 2-0, dopo 15’, se la freddezza millimetrica del Var non gelasse Cacciatore. Lo stesso Cacciatore ch’è parte in causa del beffardo 1-1: Pezzella riceve dal limite, lui l’aspetta, l’altro va al cross e Tomovic cicca completamente l’anticipo, infilando Sorrentino per il terzo autogol stagionale – chiamate l’esorcista – nella porta sotto la Nord (gli altri due di Cesar).
Il pari, all’intervallo, è bugiardo. Ma s’è evidente la scossa che il Chievo s’è dato, palese è pure quella che si dà l’Udinese. Più cattiva. E, soprattutto, il centrocampo che accompagna meglio. Pezze dell’ultima ora, così, ce le mettono Bani, Bastien, Gobbi. Fa rabbia una svirgolata di Pucciarelli su spunto di Bastien. E non fa molto effetto l’ingresso di Pellissier per Stepinski. Anche perché la profondità è talmente lontana che talvolta si va di lanci, tutta pappa pronta per i bestioni di Oddo. Accusa allora un calo, che ci sta pure, il Chievo. E il trend della panchina che offre poco prosegue: Maran toglie Pucciarelli (in ombra) per un Garritano che nemmeno stavolta aggiunge qualcosa di significativo. Che fa Oddo? Innesta Perica, davanti, per De Paul. Senza cambiare nulla dal 3-5-2. Diciamo, insomma, che il croccante primo tempo clivense lascia spazio a una ripresa dall’equilibrio statico. Statico, ma con qualche rischio. Tipo, la volata in fascia, 84’, che chiama il pronto intervento di Tomovic. Quando Chiffi dice basta, il Bentegodi è soddisfatto e Maran pure. Dopo i recenti smarrimenti, quest’1-1 è un buon segnale.
Si muove la classifica È comunque un punto d’oro per i gialloblù, che salgono a 22 punti e tornano a respirare