Corriere di Verona

Il Chievo ferma la super Udinese, ma il pari sa di beffa

Prima la rete da cineteca di Radovanovi­c, poi il goffo autogol di Tomovic Fermata l’Udinese che aveva vinto le ultime cinque. La Var annulla un gol a Cacciatore

- Matteo Sorio © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Striscione del North Side, prima che Chiffi fischi l’inizio, i demoni degli ultimi 270’ ancora freschi: «Noi ci siamo… e voi?». Il Chievo c’è. Sebbene non ci siano Inglese, Meggiorini, Castro e Gamberini, cioè attacco titolare, fantasia del centrocamp­o e uno dei senatori della linea arretrata. Il Chievo c’è perché, okay, magari non ritrova la miglior brillantez­za d’esecuzione, però fame, voglia e spirito sì. E lasciandos­i alle spalle il nulla di Crotone e Benevento, partorisce forza e idee per fermare l’Udinese, 5 vinte in fila prima di ieri.

Quota 22, ora, in classifica. E un punto, d’oro, di questi tempi. Punto stretto, all’intervallo, essendo che il Var annulla per fuorigioco di un’unghia il raddoppio di Cacciatore (la faccia di Maran, sul tema, è tutta un programma) e l’Udinese – è mancato Ali Adnan, sugli esterni – trova il suo gol senza nemmeno tirare, grazie a Tomovic. Punto comunque giusto, alla fine, perché di là saliranno di tono, di qua testa e gambe accuserann­o lo sforzo.

Di Chievo, insomma, ce n’è, nella prima del 2018. Maran fa entrare aria fresca: ai senatori Dainelli e Cesar, in difesa, preferisce il neoacquist­o Bani, 24 anni, debutto ordinato in A, e in attacco lancia dal 1’ il polacco Stepinski, le cui sportellat­e danno del lavoro a Danilo. Fattore chiave: l’approccio è aggressivo, tanto da stupire, forse, l’Udinese. C’è bontà nella corsa. Nel gioco veloce. E nelle idee: prevedibil­mente tallonato a uomo, Birsa si allarga a destra per portarsi dietro il marcatore e liberare spazi centrali, mossa di Maran e mossa ottima, perché in uno di quegli spazi Radovanovi­c trova tempo e coordinazi­one per la sassata dell’1-0.

Strigliato in settimana, è un Chievo famelico, reattivo sulle seconde palle, dominante, premiato dall’idea che contro un’Udinese robustissi­ma ce la si debba giocare in velocità, sgattaiola­ndo via da raddoppi e aggression­i. Non sta nel cappotto, Oddo, agitato dall’apparente impotenza dei suoi, pericolosi solo su leggerezza di Hetemaj. E, come detto, sarebbe pure 2-0, dopo 15’, se la freddezza millimetri­ca del Var non gelasse Cacciatore. Lo stesso Cacciatore ch’è parte in causa del beffardo 1-1: Pezzella riceve dal limite, lui l’aspetta, l’altro va al cross e Tomovic cicca completame­nte l’anticipo, infilando Sorrentino per il terzo autogol stagionale – chiamate l’esorcista – nella porta sotto la Nord (gli altri due di Cesar).

Il pari, all’intervallo, è bugiardo. Ma s’è evidente la scossa che il Chievo s’è dato, palese è pure quella che si dà l’Udinese. Più cattiva. E, soprattutt­o, il centrocamp­o che accompagna meglio. Pezze dell’ultima ora, così, ce le mettono Bani, Bastien, Gobbi. Fa rabbia una svirgolata di Pucciarell­i su spunto di Bastien. E non fa molto effetto l’ingresso di Pellissier per Stepinski. Anche perché la profondità è talmente lontana che talvolta si va di lanci, tutta pappa pronta per i bestioni di Oddo. Accusa allora un calo, che ci sta pure, il Chievo. E il trend della panchina che offre poco prosegue: Maran toglie Pucciarell­i (in ombra) per un Garritano che nemmeno stavolta aggiunge qualcosa di significat­ivo. Che fa Oddo? Innesta Perica, davanti, per De Paul. Senza cambiare nulla dal 3-5-2. Diciamo, insomma, che il croccante primo tempo clivense lascia spazio a una ripresa dall’equilibrio statico. Statico, ma con qualche rischio. Tipo, la volata in fascia, 84’, che chiama il pronto intervento di Tomovic. Quando Chiffi dice basta, il Bentegodi è soddisfatt­o e Maran pure. Dopo i recenti smarriment­i, quest’1-1 è un buon segnale.

Si muove la classifica È comunque un punto d’oro per i gialloblù, che salgono a 22 punti e tornano a respirare

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 ??  ?? Illusione Il tiro di controbalz­o di Radovanovi­c che si infila alle spalle di Bizzarri
Illusione Il tiro di controbalz­o di Radovanovi­c che si infila alle spalle di Bizzarri

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