Le antenne tv sono tornate a trasmettere
Riattivate le trasmissioni. «Ora l’accordo con il Demanio»
Alle 15 in punto, l’auto bianca ha accostato vicino al cancello al civico 4 di salita Santa Giuliana. Pochi minuti e i due uomini scesi dal veicolo hanno mostrato ai presenti un mazzo di chiavi. Un cenno d’intesa con i tecnici di Megareti-Agsm e poi la catena che chiudeva il cancello è stata rimossa. Pochi secondi più tardi, sono spariti tutti all’interno del «ventre buio» della seconda torricella massimiliana e, nel giro di mezz’ora, è ripreso il caratteristico ronzio. Quello delle antenne e dei ripetitori delle emittenti private presenti lì da decenni e riattivati ieri pomeriggio, dopo l’ennesimo provvedimento del gip Magri. Il giudice aveva infatti messo nero su bianco che andava ripristinata la situazione precedente al clamoroso sequestro ordinato lo scorso 13 dicembre dal pm Gennaro Ottaviano che contestava alle emittenti il reato di invasione e deturpamento. Una condotta penale ritenuta non sussistente dal gip che il 22 dicembre non aveva convalidato il sequestro, ordinando l’immediata «liberazione» delle antenne. Peccato che, nel provvedimento di dissequestro, la procura avesse disposto di riconsegnare tutto al Demanio che non aveva dato alcun incarico ad Agsm di riattivare i contatori. Antenne libere, ma di fatto spente. E per questo motivo le emittenti, con il loro avvocato Luciano Guerrini, erano ricorse nuovamente al gip chiedendo la riaccensione. Pur senza entrare nel merito della riattivazione dei contatori, il gip nell’ultima ordinanza di mercoledì ha scritto di dover procedere al ripristino della situazione ante-sequestro.
Per questo motivo, ieri mattina, l’avvocato Guerrini ha ottenuto dal pm Ottaviano un documento che autorizzava Agsm alla riattivazione. I funzionari del Demanio, scesi dall’auto bianca, hanno riconsegnato le chiavi ai rappresentanti di radio e tv private che attendevano quel momento da 24 giorni. E subito dopo i tecnici di Agsm hanno risollevato i contatori. «Spesso è stato tralasciato il fatto che si tratta di un’area regolarmente pianificata dal Ministero dello Sviluppo Economico per le trasmissioni - ha commentato a caldo l’avvocato Guerrini,a nome di tutti i rappresentanti delle emittenti presenti sul posto -. E che, al di là degli aspetti economici, lo spostamento delle antenne, anche solo di pochi metri, presenta delle criticità dal punto di vista tecnico».
Ma intanto, il discorso relativo alla tutela del bene monumentale e al versamento dei canoni pregressi, rimane in piedi. In una nota, il Demanio ieri ha spiegato che «l’Agenzia ha proceduto a convocare un incontro per il prossimo 15 gennaio, presso la propria sede dell’Ufficio di Vicenza, per verificare nel dettaglio la proposta economica avanzata dalle società, valutandone la coerenza con il percorso intrapreso e con l’interesse primario del rispetto della legalità». Gli editori, come già riportato, avrebbero messo sul piatto circa 480 mila euro («Sulla base dei conteggi formulati dagli esperti dell’Università di Padova, che abbiamo potuto conoscere grazie a un accesso agli atti di indagine» ha puntualizzato Guerrini), ribadendo la volontà di rispettare il progetto approvato dalla Soprintendenza in merito alla sistemazione della torricella. «Proponiamo di spostarci sul vicino traliccio e sugli altri due secondari in vista del passaggio al sistema di trasmissione T2 previsto per il 2020 - ha concluso l’avvocato -, che comporterà una soluzione meno impattante per quel che riguarda i ripetitori e le parabole». Sulla vicenda, ieri è tornato anche il vicesindaco ed europarlamentare della Lega, Lorenzo Fontana: «Mi auguro che questo possa essere un passo decisivo per una soluzione definitiva - e in tempi brevi - della vicenda, in nome della tutela dei posti di lavoro e delle aziende, del pluralismo e della garanzia costituzionale dei servizi di informazione».