Daniel, povero e depresso morto di freddo in centro
Trovato all’alba su una panchina in Pradaval
Daniel Matal, cittadino romeno di 42 anni, era depresso, ormai da mesi dopo aver perso il lavoro ed essere stato lasciato dalla moglie. Ieri mattina, alle 6, è stato trovato morto su una panchina. Era vestito con un cappotto, sotto il pigiama dell’ospedale di Borgo Trento, dove era stato ricoverato e dimesso martedì. Forse è morto per il freddo: la temperatura non era sottozero, ma era vestito troppo leggero per una notte all’aperto. Forse letali i postumi dell’influenza che l’aveva portato in ospedale.
«No, lui non si vedeva tanto qui. Non prima, almeno, poi è andato giù». Giù perché la moglie, che gli aveva dato una figlia già adolescente, l’aveva lasciato per un altro, trasferendosi in Spagna. Giù per avere perso il lavoro, che pur svolgeva da anni con continuità, per una ditta edile. Giù per essere stato cacciato di casa. Ancora più giù per non riuscire più a provvedere a se stesso, per essere ridotto a chiedere l’elemosina col cappello in mano, un’onta che giudicava intollerabile.
Dicono «giù», in piazza Pradaval, alcuni suoi connazionali che lo conoscevano più o meno di vista: uno di loro ci ha anche abitato insieme per un po’. Un medico direbbe «depresso». Daniel Matal, 42 anni di Bacau, città di quella parte di Moldavia storica che è rimasta sotto il governo di Bucarest, era depresso, ormai da mesi. Ieri mattina, alle 6, è stato trovato morto su una panchina. Era vestito con un cappotto, sotto il pigiama dell’ospedale di Borgo Trento, dove era stato ricoverato e dimesso martedì. Probabilmente è morto per il freddo: anche se la temperatura non era sottozero, era vestito troppo leggero per passare una notte all’aperto. Forse sono stati letali i postumi dell’influenza che l’aveva portato in ospedale. Il pm Gennaro Ottaviano ha disposto un esame esterno che aiuterà a capire la causa del decesso. In ogni caso si tratta di una tragedia della povertà. Daniel Matal, ufficialmente residente a Veronetta, non frequentava molto piazza Pradaval, almeno una volta. Poi ha cominciato a dormire fuori, per necessità. Si era unito ai gruppi che frequentano la zona: alcuni sono senzatetto, altri lavoratori che si prendono una pausa. Giovedì sera, dopo aver vagato qua e là per due giorni, era stato visto sedersi con qualche confezione di vino in cartone. Forse ha bevuto fino al punto di perdere conoscenza. La scoperta è stata fatta da alcuni addetti alla pulizie, che hanno chiamato gli agenti della polizia municipale, l’uomo non aveva con sé un documento, è stato riconosciuto dal personale della questura tramite le impronte digitali. Quel che è certo è che non aveva chiesto aiuto. Non era mai stato identificato tra i «bivaccanti», ovvero le persone senza fissa dimora, non era noto ai servizi sociali del Comune. Tuttavia, dopo il ricovero gli era stato offerto un posto in dormitorio pubblico, a quanto fa sapere l’assessore ai Servizi sociali Stefano Bertacco. «Umanamente c’è grande dolore per quanto successo – è il suo commento–. È un fatto che fa ancora più male perché Verona si distingue da anni per gli sforzi e gli interventi finalizzati ad accogliere i più bisognosi nel periodo invernale. Anche in questo caso, su richiesta dell’ospedale che lo stava dimettendo, gli era stato trovato un posto letto nei dormitori cittadini per l’uomo, che però non si è mai presentato».
Ieri pomeriggio, alcuni cittadini, tra cui il consigliere della seconda circoscrizione Alberto Sperotto, hanno depositato sulla panchina sui cui è stato trovato morto Matal dei fiori, lasciando una coperta. Un’allusione alla lettera aperta consegnata al sindaco Federico Sboarina a metà dicembre, per chiedere una maggiore attenzione riguardo a questo problema e una modifica al regolamento di decoro urbano, dopo due casi (non mortali) di assideramento. L’obiettivo è quello di evitare la rimozione delle coperte, che può avvenire in alcune circostanze. In ogni caso, Daniel Matal, non aveva neppure una coltre sotto cui ripararsi.