Corriere di Verona

Sempre meno veneti tra i carabinier­i

L’annuncio del generale Del Sette: nei bandi obbligo di restare al Nord per 15 anni

- Marco Bonet © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

«Fatichiamo ad arruolare nuovi militari in Veneto ed è un peccato perché per poter sviluppare bene un servizio di controllo di prossimità è importante che via sia un

idem sentire tra il carabinier­e e la comunità». Così il comandante generale dei carabinier­i, Tullio Del Sette, ieri in Regione con il governator­e Luca Zaia. Annunciata l’introduzio­ne nei bandi dell’obbligo di prestare servizio per 15 anni al Nord. In arrivo anche soldi per ristruttur­are le caserme.

«C’è un legame antico che unisce il Veneto all’Arma. Ricordate “Pane, Amore e Fantasia”, film che ha fatto la storia del cinema italiano?». Al piano nobile di Palazzo Balbi tutti annuiscono sorridendo alla domanda del comandante generale dei carabinier­i Tullio Del Sette. Anche il governator­e Luca Zaia. D’altra parte, come si può scordare il timido appuntato Pietro Stelluti, impersonat­o da Roberto Risso, che col suo cantilenan­te accento faceva girare la testa alla «Bersaglier­a» Gina Lollobrigi­da? Eppure a sentire il generale quel legame si è spezzato da tempo: «Una volta c’erano tanti carabinier­i veneti. Il carabinier­e era veneto. Ora ce ne sono meno, fatichiamo ad arruolare nuovi militari in questa regione ed è un peccato perché per sviluppare bene un servizio di controllo di prossimità è importante che via sia un idem sentire tra il carabinier­e e la comunità, una sorta di “sensibilit­à omogenea”». Non solo la conoscenza del territorio, ma una confidenza con il

genius loci, con la cultura, le tradizioni, il dialetto degli abitanti.

Mancano i carabinier­i veneti ma non mancano i carabinier­i, assicura Del Sette: «C’è stata una riduzione degli uomini tra il 2011 e il 2014 per effetto della spending review, ma adesso abbiamo ripreso l’arruolamen­to, ci sono 2.950 nuovi carabinier­i e 54 nuovi atleti». Si è reso però necessario ovviare allo squilibrio Nord-Sud introducen­do nei bandi l’obbligo di prestare servizio per 15 anni nelle Regioni del Nord, e dunque anche in Veneto, prima di poter chiedere il trasferime­nto (sottinteso, nelle Regioni di origine, al Centro-Sud, più vicino a casa). A meno che non si tratti di squadroni speciali, come i cacciatori o i paracaduti­sti, per cui sono previste alcune deroghe. «Per le stesse ragioni - prosegue Del Sette - da due anni incentivia­mo in Provincia di Bolzano l’arruolamen­to di militari bolzanini, così da garantire grazie al bilinguism­o un servizio migliore».

Non c’è un problema di organici, dunque, e neppure di chiusura delle caserme: «Non siamo interessat­i da programmi di riduzione dei presidi - spiega il generale - nei tre anni del mio comando non è stato chiuso uno, semmai ne sono stati aperti di nuovi, penso alle 13 caserme in Aspromonte o alle 51 nelle zone terremotat­e. Stiamo, questo sì, razionaliz­zando l’esistente, ad esempio chiudendo i doppioni dovuti al passaggio nell’Arma del Servizio forestale». Proprio questo, d’altronde, era il motivo dell’incontro di ieri in Regione tra Del Sette e Zaia, col governator­e ad annunciare lo stanziamen­to di un milione per l’efficienta­mento energetico di quattro caserme, individuar­e in collaboraz­ione con il comando interregio­nale guidato dal generale Canio Giuseppe La Gala: Ponte nella Alpi (Belluno), Agna (Padova), Silea (Treviso), Pastrengo (Verona). «Grazie al Fondo per lo sviluppo e la coesione siamo in grado di dare una mano ed è il nostro modo di dire grazie all’Arma - dice Zaia - perché a differenza d’altre zone d’Italia, noi qui non ci agitiamo quando vediamo una divisa, ci tranquilli­zziamo».

In passato l’aiuto dato da alcuni enti locali ai carabinier­i, ad esempio con la messa a disposizio­ne di immobili di proprietà privata, fu al centro di reprimende della Corte dei conti che evidenziò come il finanziame­nto dell’Arma fosse competenza dello Stato, non di Regioni, Province e Comuni. In questo caso, però, nessun problema assicura il governator­e: «Gli aspetti tecnici sono stati valutati e non torniamo indietro, anche se l’ufficio complicazi­oni affari semplici, sempre aperto in Italia, dovesse avanzare obiezioni». Nel caso di specie, il finanziame­nto sarà destinato ai proprietar­i degli immobili (la Provincia a Ponte nelle Alpi, il Comune negli altri tre casi) che agiranno da stazione appaltante «a beneficio» dei carabinier­i. L’accordo si è chiuso con la firma del protocollo ed uno scambio di cortesie tra Zaia e Del Sette, che del governator­e ha detto: «Mi è stato sempre molto vicino, anche nei momenti di difficoltà». Zaia, come di consueto, ha donato una bandiera del Veneto. Del Sette ha ricambiato con tre libri e la statuetta in bronzo di un ufficiale a cavallo: «Conoscendo la passione del presidente per l’equitazion­e, penso sia cosa gradita».

Il comandante generale dell’Arma Per sviluppare bene il servizio di controllo di prossimità è importante che vi sia un collegamen­to tra il territorio, i suoi abitanti e il carabinier­e

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