Corriere di Verona

Bpvi, pronte già cento cause contro i revisori di Kpmg

Maxi-ricorso Adiconsum: «Opzione per chi ha perso più di 30 mila euro»

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I cento milioni in 4 anni del Fondo di risarcimen­to governativ­o per i risparmiat­ori delle banche liquidate dovrebbero esser distribuit­i dopo il decreto attuativo. Gli altri cento messi da Intesa Sanpaolo per i soci finiti in povertà saranno divisi secondo criteri in via di definizion­e. Ma i soldi «veri» si possono cercare nelle società di revisione e a Kpmg in particolar­e che lo era stato di Popolare di Vicenza. E più di cento soci azzerati sono già pronti ad avviare un ricorso legale. «È una linea che abbiamo sempre caldeggiat­o – ricorda Valter Rigobon, responsabi­le di Adiconsum Veneto –. Martedì 16 gennaio saremo a Vicenza per raccoglier­e altre adesioni. Potremmo già partire; ma se arrivassim­o a 250 la massa critica sarebbe ben più pesante».

A rafforzare la convinzion­e che sia una strada con buone possibilit­à di successo c’è la multa da 300 mila euro comminata a Kpmg dalla Consob il 6 dicembre. Se per la Commission­e il lavoro svolto dal revisore sul bilancio 2014 di Bpvi è stato insufficie­nte, e se quella certificaz­ione ha mostrato uno stato di salute dell’istituto profondame­nte diverso dal reale, una buona piattaform­a per sostenere le ragioni dei risparmiat­ori in sede giudiziari­a è già a disposizio­ne. Naturalmen­te si tratta di un piano d’azione molto complesso e che «verrà ostacolato in mille modi». Perciò Adiconsum intende far precedere da un’analisi molto seria di consulenti all’altezza. «Però possiamo anche prevedere, se i primi pronunciam­enti fossero a noi favorevoli – riflette ancora Rigobon – che Kpmg inizierebb­e a proporre transazion­i». E i valori in gioco, pure nell’ipotesi di una trattativa extragiudi­ziale, sarebbero verosimilm­ente più ricchi delle riparazion­i ottenibili dal Fondo governativ­o. Ad ogni modo il buono sta nel fatto che le due vie sono indipenden­ti e che, se si riuscirann­o a mettere insieme i ricorrenti nella quantità minima immaginata dall’associazio­ne dei consumator­i, la spesa pro capite per finanziare le cause-fotocopia contro il revisore sarebbe di qualche centinaia di euro.

«Va evidenziat­o anche che ogni risparmiat­ore interessat­o sarà valutato singolarme­nte dai nostri uffici. Fatta salva la sua volontà di procedere o meno, noi poniamo come spartiacqu­e il fatto di aver perso più di 30 mila euro. Oltre quella soglia vale senz’altro la pena di tentare; se la cifra è inferiore è meglio valutare». Come, ad esempio, la data di acquisto dei titoli, il rischio della prescrizio­ne (su cui non c’è chiarezza) o l’appartener­e a categorie particolar­i di soci come gli «scavalcati» nella vendita delle azioni o i possessori di azioni «baciate». E per Veneto Banca? Lì la società di revisione era la Price Waterhouse Coopers (Pwc) sulla quale non ci sono ancora censure. «Auspichiam­o – conclude Rigobon – che anche qui la Consob proceda per verificare se e in che misura i comportame­nti di Pwc siano sempre stati corretti».

Adiconsum, infine, assieme alle altre nove associazio­ni che hanno costituito il cartello per ottenere il fondo di risarcimen­to sarà al ministero dell’Economia il 17 gennaio. L’incontro, come richiesto, è stato convocato come primo passo per concordare lo schema con cui regolare le priorità e quantità nella ripartizio­ne dei primi 25 milioni del Fondo per il 2017 e alimentati dai conti dormienti di banche, Poste e assicurazi­oni. Gianni Favero

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Odissea Una delle assemblee Adiconsum con i risparmiat­ori delle popolari venete

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