Corriere di Verona

Caos nel Pd, D’Arienzo chiede le primarie

Il nodo è lo stop al congresso provincial­e, lunedì in Commission­e

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Il congresso del Pd è stato congelato. E così, in vista delle prossime elezioni politiche, il deputato uscente Vincenzo D’Arienzo chiede che i candidati al Parlamento siano scelti con le primarie. «Troppo tardi», replica Alessia Rotta, fedelissim­a di Renzi.

questo punto, per dare la parola agli iscritti sulla scelta dei candidati alle elezioni di marzo, meglio fare le primarie!». L’onorevole Vincenzo D’Arienzo lancia una nuova proposta per uscire dall’impasse in cui si trova da tempo il Pd veronese.

C’era stato un congresso provincial­e, i Circoli avevano votato, si aspettava l’elezione (al ballottagg­io) del nuovo segretario. Poi era invece arrivato lo stop. La regolarità dei risultati congressua­li era stata messa in discussion­e, e la parola era passata a Roma, inviando tutti gli incartamen­ti alla Commission­e nazionale di garanzia. Che si riunirà domani. Ma potrebbe anche non esaminare la «questione Verona».

Cosa c’entra tutto questo con le elezioni dell’ormai vicinissim­o 4 marzo? C’entra perché, se arrivasse a conclusion­e, il congresso veronese (coi dati congressua­li resi noti) sarebbe probabilme­nte vinto da Claudio Marconi, sostenuto da D’Arienzo e da Franco Bonfante, che unirebbe il suo 40 per cento di consensi al 12% dell’orlandiano Massimo Lanza, superando così Valeria Pernice (48 per cento), sostenuta da Alessia Rotta ma anche da Gianni Dal Moro e Diego Zardini, gli altri due parlamenta­ri uscenti. Questo esito congressua­le, secondo i sostenitor­i di Marconi, potrebbe pesare quindi sulle scelte romane di candidati e collegi.

Ma il congresso è fermo. E potrebbe non sbloccarsi neppure domani. «Spero che la Commission­e decida subito, dice D’Arienzo - in modo che il Pd veronese possa partecipar­e pienamente sia alla scelta dei candidati in Parlamento sia alla campagna elettorale, mentre un rinvio sarebbe vissuto da una grande maggioranz­a degli iscritti come l’ennesimo colpo alla voglia di impegnarsi».

Per evitare questo, D’Arienzo chiede appunto di usare le primarie. Troppo tardi? «Nel 2013, - afferma D’Arienzo – siamo riusciti a farle in una settimana, e abbiamo la possibilit­à e l’organizzaz­ione per farle in qualsiasi momento. I tempi ci sarebbero – conclude - e se dipendesse da me, le farei fare subito»

L’onorevole Alessia Rotta, però, non sembra affatto convinta. «È una proposta legittima – dice la deputata – che forse però sarebbe stato più opportuno fare al commissari­o straordina­rio Emanuele Fiano, o meglio ancora a livello nazionale, dove mi pare che questa ipotesi sia stata già accantonat­a». Rotta precisa peraltro che «tutti quanti vogliamo che il congresso si chiuda al più presto, e che il partito, a Verona, riabbia una sua guida, e personalme­nte auspico che la Commission­e nazionale di garanzia si esprima al più presto. Chi pensa a complotti o trame per favorire questo o quello – aggiunge - è quindi decisament­e fuori strada. Tra lunedì e mercoledì – conclude Rotta – Matteo Renzi incontrerà tutti i segretari regionali per parlare di candidatur­e e collegi, e si rifletterà sulle realtà locali, senza colpi di mano o complotti». Tornando a D’Arienzo, il deputato sottolinea intanto che «secondo i dati di OpenParlam­ento sulla legislatur­a appena conclusa, in termini di presenze alle votazioni in aula il sottoscrit­to è stato il primo tra i 20 deputati Pd del Veneto e tra i deputati Pd veronesi, il primo in termini di presenze (94,47%) e di atti parlamenta­ri depositati (106) rispetto ai deputati Zardini (49), Rotta (34) e Dal Moro (6)». Lillo Aldegheri

Vincenzo D’Arienzo Nel 2013 siamo riusciti a fare le primarie in una settimana e abbiamo la l’organizzaz­ione per farle in qualsiasi momento. I tempi ci sarebbero

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