Corriere di Verona

Maestre in sciopero, domani lezioni a rischio

«Retrocesse» le insegnanti senza laurea, anche in Veneto monta la protesta

-

I genitori sono avvisati. Il rientro sui banchi slitterà di un giorno anche in molte scuole primarie e per l’infanzia del Veneto: dopo il presidio davanti agli uffici scolastici di diverse città, infatti, domani gli insegnanti con diploma magistrale conseguito prima del 2002 incroceran­no le braccia per protestare contro la sentenza dell’Adunanza Plenaria del Consiglio di Stato, che lo scorso 20 dicembre li ha esclusi dalle graduatori­e per le cattedre di ruolo e li ha «retrocessi» in quelle per le supplenze.

La decisione (accolta come un «licenziame­nto di massa») riguarda 55 mila insegnanti italiani di asilo e scuola elementare, che avevano ottenuto la sospirata immissione in ruolo dopo aver lavorato da precari anche per 10 o 15 anni. In Veneto, dove il numero degli insegnanti coinvolti oscilla fra 3 mila e 4 mila, la rivolta è guidata da Michela Bortoletto, 36 anni di Jesolo, maestra a Mira da due: «Ho deciso di scendere in campo quando ho sentito la storia di un collega pugliese, che aveva appena messo su famiglia a casa sua dopo una vita di sacrifici in giro per l’Italia e da Natale è di nuovo precario. Non è giusto, non si può vivere a metà, non siamo solo numeri».

Il movimento guidato da Michela comprende circa 900 insegnanti, e domani molti di loro andranno a Roma in treno per partecipar­e alla manifestaz­ione nazionale; da Padova partiranno anche due pullman dei sindacati di base, mentre 140 colleghi protestera­nno davanti all’Ufficio scolastico regionale di Venezia. «In alcune scuole l’adesione è così alta che le bidelle non apriranno nemmeno la porta d’ingresso - assicura Michela -. Genitori e colleghi di ruolo sono solidali, peccato solo per le tante informazio­ni che continuano a denigrarci». Il riferiment­o è agli insegnanti laureati in Scienze della formazione primaria, che si erano visti scavalcare in graduatori­a dai colleghi col diploma e si sentivano penalizzat­i: «Io ho due lauree, ma non per questo mi ritengo migliore di chi non ne ha - replica Michela -. E comunque in futuro chi ha la laurea andrà a lavorare con chi ha solo il diploma».

Su Facebook, Michela coordina anche la community «Docenti magistrali» (oltre duemila follower). La bacheca è piena di foto e video pubblicati da colleghi, genitori e alunni: «Ho iniziato a insegnare nel 2003 e ho accettato contratti di assunzione dal lunedì al venerdì per dare continuità ai miei alunni - racconta Alice di Venezia -. Ho lavorato fino all’ottavo mese di gravidanza e sono rientrata dopo 5 mesi, ora sono di nuovo precaria».

Venerdì l’assessore regionale alla scuola, Elena Donazzan, ha divulgato un comunicato di solidariet­à agli insegnanti in sciopero: «Le sue parole mi sono piaciute, così come il sostegno ricevuto dalla Lega - commenta Michela -. I sindacati confederal­i sono stati troppo remissivi, l’unica concession­e che hanno strappato al ministero è di farci licenziare a giugno invece che a marzo. Molti di noi hanno la tentazione di lasciare a marzo lo stesso, per dimostrare che senza di noi la scuola si blocca. Purtroppo non si farà perché abbiamo bisogno di lavorare». Gli insegnanti estromessi dalla sentenza, inoltre, non potranno fare supplenza per più di 36 mesi: «Io sono sul punto di mollare tutto e andare all’estero - confessa Michela -. Male che vada finisco a fare la cameriera, ma almeno me ne vado da questo girone infernale». Alessandro Macciò

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy