Buttafuoco: «Le prossime elezioni? Saranno un guerra civile morbida»
«Zaia fa bene a chiedere l’autonomia. Ma la verità è che l’autonomia è una cosa riservata alle regioni ricche, progredite, che sanno progettare il proprio futuro. Quindi, ahimè, non per la mia Sicilia». Non si affida alle metafore, Pietrangelo Buttafuoco. A Cortina, a lo scrittore e giornalista misura le parole che separano il Nord dalla sua isola, l’efficienza veneta dai problemi immensi siciliani, che come spiega a Giovanni Viafora del
che lo intervista in una sala stracolma, all’Hotel Miramonti - «non passeranno mai. La Sicilia si ritrova 30 miliardi di deficit infrastrutturale. Sono due finanziarie dello Stato. Questo divario non lo può colmare. Altro che elezioni, andrebbe commissariata dallo Stato». L’occasione, a è la presentazione di «I baci sono definitivi» (La nave di Teseo) e di «Armatevi e morite», scritto a quattro mani con Carmelo Abbate. «La difesa fai da te è un inganno - argomenta Buttafuoco -, è la via americana che anziché risolvere l’immenso problema della sicurezza lo rende ancora più grave». Viafora gli ricorda la sparatoria che coinvolse, nel 2015, Graziano Stacchio. «La scorciatoia dello Stato ormai è di dare le armi ai cittadini - rincara Buttafuoco - e di lasciarli allo sbaraglio». Infine una battuta sulle prossime elezioni: «Cosa può accadere? Una vera e propria guerra civile morbida. Perché i Cinque Stelle, ad oggi il primo partito, non potranno che essere messi all’angolo. Certo, può succedere anche che si torni al voto a ottobre. Sempre che Silvio regga...».