Corriere di Verona

Vitalizi, tagli scaduti: pressing per prorogarli

Scaduti i tagli agli assegni dei 245 ex consiglier­i regionali. Slitta la proroga Insorgono Pd e M5s. La Regione: «Rischio ricorsi»

- di Monica Zicchiero

Il taglio ai 245 vitalizi di ex consiglier­i regionali nel 2018 salterà un giro, la maggioranz­a a Palazzo Ferro Fini ha deciso che del prelievo dagli assegni mensili si tornerà a parlare nel 2019. Morto un taglio di vitalizio, Pd e Movimento 5 Stelle sono però pronti a farne un altro, movimentan­do con nuove proposte la discussion­e nel gruppo di lavoro ad hoc sul contenimen­to del costo generale della politica istituito lo scorso marzo in commission­e Affari istituzion­ali. La stesura di un disegno di legge unitario che faccia sintesi delle sei proposte presentate è arenata e finora l’unica sforbiciat­a applicata sul campo è stata quella agli assegni degli ex.

Le cifre e i nomi le vedete nella tabella pubblicata a lato sulle somme erogate nel 2016 (sono quelle già comprensiv­e del contributo di solidariet­à, che varia da consiglier­e a consiglier­e a seconda del reddito), somme che per quest’anno saliranno di qualche centinaio di euro ritornando ai valori dal 2014. Il motivo sta tutto nel nome della legge regionale 43 del 23 dicembre 2014 che aveva introdotto la limatura: «Interventi temporanei relativi all’assegno vitalizio inerenti la riduzione della spesa pubblica» e la chiave è la parola «temporanei».

«Abbiamo vinto i ricorsi presentati contro il provvedime­nto proprio perché è temporaneo – ricorda il presidente del Consiglio Regionale Roberto Ciambetti – Così abbiamo difeso la legge dal 2015 al 2017. Nel triennio, il risparmio complessiv­o è stato di due milioni e 380mila euro». Basta comparare l’assegno pieno percepito per l’ultima volta nel 2014 con quello decurtato per capire che i tagli non hanno mandato nessuno sul lastrico. Un esempio per tutti: Aldo Bottin, dal 1985 al 1992 assessore nelle giunte di Carlo Bernini e Giancarlo Cremonese, presidente della Regione dal 1994 al 1995 e oggi presidente del «Coordiname­nto Nazionale della Associazio­ni di consiglier­i ed ex consiglier­i regionali e di ex deputati delle Assemblee Regionali» che ha difeso gli assegni a suon di ricorsi per una questione di principio: stoppare un precedente per evitare decurtazio­ni più sostanzios­e in futuro. Nel 2014 Bottin aveva ricevuto 48.730,65 euro pari a 4.060,89 euro netti al mese; nel 2016, 48.149,87 (4.012,49 euro al mese), perdendo 580 euro l’anno. Per gli assegni più modesti il taglio è di poche decine di euro perché il contributo era progressiv­o: 5% fino a 2.000 euro al mese, 8% fino a 4.000, 10% fino a 6.000 e 15% per importi superiori. «Si tratta d persone benestanti, non mi metto a fare l’anticasta. Nessuno gli vuole togliere niente ma in questo momento storico è giusto chiedere un segnale anche a loro – annuisce il capogruppo della Lega Nicola Finco – Tuttavia, dobbiamo stare fermi quest’anno per poi rimettere in vigore il contributo: bisogna per ribadire la temporanei­tà della misura». L’avvocatura regionale ha suggerito di procedere in tal senso. I sessanta ex consiglier­i guidati da Bottin che hanno difeso i loro assegni a suon di carte bollate sono molto agguerriti, non si farebbero scappare l’occasione di un nuovo ricorso al Tar e al Consiglio di Stato e in caso di reiterazio­ne avrebbero probabilit­à di vincerlo. Se la Lega e la maggioranz­a hanno accantonat­o l’ipotesi di una proroga, il Pd guarda invece alla governatri­ce del Friuli Venezia Giulia Debora Serracchia­ni, favorevole e riproporre i tagli. Ieri il gruppo dem regionale ha deciso. «Oggi ripresente­remo il taglio ai vitalizi nelle modalità adottate nel 2014 – annuncia il capogruppo Stefano Fracasso – Aspettavam­o tutti che il Parlamento approvasse una norma per dare una cornice ma così non è stato e dobbiamo arrangiarc­i con la norma che già abbiamo e che riproponia­mo». I 5 Stelle non ci stanno «Questo contributo di solidariet­à è un contentino e una presa in giro – scrolla le spalle il capogruppo Jacopo Berti – Durante la discussion­e sul bilancio abbiamo ufficialme­nte ottenuto garanzia dalla giunta a dal presidente di commission­e Marino Finozzi che immediatam­ente (e per me vuol dire da domani) ricomincia il percorso arenato sui nostri progetti di legge: abolire vitalizi, reversibil­ità e pensione e dimezzare gli stipendi». «L’impegno sarà mantenuto – assicura Finozzi – Entro l’estate avremo una proposta per l’abolizione dell’attuale sistema contributi­vo che varrà per il futuro. Non per il pregresso, sul quale c’è un dibattito di costituzio­nalità». Dal 2015 i consiglier­i regionali non maturano più il diritto al vitalizio bensì ad una pensione calcolata secondo il sistema contributi­vo. Chi però è stato eletto prima del 2015 percepirà il vitalizio in proporzion­e al numero di anni trascorsi a palazzo Ferro Fini, eventualme­nte cumulandol­o con la pensione.

Ciambetti (Lega) Nel triennio il risparmio complessiv­o è stato di due milioni e 380 mila euro

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