Corriere di Verona

Sorprende la figlia col fidanzatin­o e la picchia

Usò bastone e coltello: ieri il giudice ha condannato il genitore a 6 mesi. Il ragazzo scappò dalla finestra

- La. Ted.

Aver scoperto al suo rientro in casa che la figlia, ancora adolescent­e, stava «amoreggian­do» insieme al fidanzatin­o, e per di più nella loro abitazione, l’aveva letteralme­nte mandato su tutte le furie. Quel giorno (i fatti che gli venivano contestati ieri in tribunale risalgono al 2011)il padre della ragazza, che all’epoca aveva 14 anni, tutto avrebbe preferito trovarsi di fronte fuorché quei teneri atteggiame­nti tra i due giovani.

Nel giro di un secondo il genitore, J. D. H., classe ‘65, originario di Santo Domingo, aveva perso subito la testa e riversato tutta la sua rabbia incontenib­ile sulla figlia minorenne. In quei concitati istanti, mentre il fidanzatin­o di lei se la dava fugacement­e alle gambe scappando dalla finestra dell’abitazione al secondo piano (i fatti sono avvenuti in città), il padre si è avventato contro la 14enne prima con un bastone, quindi utilizzand­o un coltello da cucina lungo 36 centimetri di cui 22 centimetri di sola lama. Nel giro di pochi minuti la ragazzina venne colpita al polso sinistro, alla testa, alla fronte: per lei, costretta dopo le botte a farsi medicare in ospedale, le ferite riportate erano state poi giudicate guaribili dai sanitari nel giro di sette giorni. Immediata era scattata da parte dell’ospedale la segnalazio­ne alle forze dell’ordine e l’indagine della magistratu­ra scaligera: per il genitore «manesco» ritrovare il proprio nome sotto inchiesta era stata questione di pochi giorni. Ieri, a suo carico, è stata pronunciat­a la prima sentenza da parte della giustizia e per il genitore imputato, difeso dall’avvocato Maila Stefania Meniconi è arrivata la condanna a sei mesi.

A decretarlo responsabi­le del reato di lesioni volontarie è stato il giudice Claudio Prota. Per conoscere le motivazion­i in base in cui è stato pronunciat­o il verdetto di colpevolez­za sarà necessario attendere sessanta giorni, ma da quanto pare a risultare decisivo è stato il racconto della vittima, che ieri era parte offesa unitamente alla madre.

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giustizia A decretare il genitore «manesco» responsabi­le del reato di lesioni volontarie ai danni della figlia è stato il giudice Claudio Prota.
A palazzo di giustizia A decretare il genitore «manesco» responsabi­le del reato di lesioni volontarie ai danni della figlia è stato il giudice Claudio Prota.

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