E i privati di Plavis vogliono rimuovere cda e sindaci

E ora Plavisgas punta a rimuovere cda e sindaci di Asco Holding. Respinte le avances per far cedere l’8,6%, con una sorta di trattativa privata che avrebbe violato la parità di trattamento dei Comuni interessati a vendere, esponendo i soci privati a ricorsi legali, la a società - che riunisce le famiglie imprenditoriali Stevanato, Codognotto, Dal Mas e De Bortoli al fianco dell’imprenditore Oscar Marchetto e all’avvocato Massimo Malvestio - fa un altro passo avanti. La mossa è il ricorso al Tribunale delle imprese di Venezia per chiedere la rimozione per gravi irregolarità del consiglio di amministrazione di Asco Holding, guidato da Giorgio Della Giustina, e del collegio sindacale, che ha abbozzato di fronte ai rilievi mossi da Plavisgas.

Si fa leva sulle risposte prodotte al Tar da molti dei Comuni che Plavis ha portato davanti al tribunale amministrativo regionale, dopo le delibere approvate a settembre che seguivano la linea del parere suggerito da Asco Holding di uscire dalla legge Madia non con la fusione di Asco Holding nella quotata sottostante Ascopiave, ma avallando la tesi - buona per mantenere il controllo ai Comuni leghisti - di farlo con la piccola controllata non quotata della fibra ottica, Asco Tlc che oltretutto svolgerebbe un servizio essenziale per i Comuni (come se il mercato della telefonia non fosse già coperto da società private). Nella replica a Plavis, i Comuni invocano ora il controllo pubblico su Ascopiave, negato per sostenere la fusione Holding-Tlc. Il che implica anche due ulteriori esposti: all’Anac, visto che la Holding non ha rispettato le norme sulle società pubbliche, dalle regole sugli appalti alle quote rosa, e alla Consob per l’ondivaga linea sul controllo di una quotata.

Il tutto in attesa del pronunciamento del Tar, che ha fissato l’udienza per il 7 marzo. Se la decisione fosse favorevole ai privati, facendo decadere le delibere contestate,