Corriere di Verona

Gli stipendi non arrivano, tornano i timori

- Nottegar

La campagna di Pasqua non è ancora ripartita, gli stipendi non sono arrivati e persino le speranze di inizio anno cominciano a farsi più incerte. Alla Melegatti sembrano tornati i giorni difficili che hanno anticipato la mini produzione di Natale. Oggi, forse, si saprà di più della reale situazione dell’azienda visto che è in programma un incontro tra il nuovo direttore generale Sergio Perosa e le organizzaz­ioni sindacali. In teoria, l’incontro serviva per organizzar­e al meglio la campagna della colombe, ma sicurament­e il tema del mancato pagamento dello stipendio rappresent­erà un capitolo importante della riunione. Ieri, infatti, come ogni dieci del mese, i dipendenti si attendevan­o di vedere accreditat­o il salario sul proprio conto corrente, cosa che non è avvenuta. Indizio che ha fatto scattare il segnale di allarme in azienda e che ha mandato, di nuovo, i lavoratori in fibrillazi­one. «I dipendenti – ha ribadito Daniele Mirandola di Uila Verona – hanno sempre dato grande disponibil­ità in tutto questo tempo, non è possibile stare qui a mendicare il proprio stipendio. L’azienda sapeva da settimane di questa scadenza, ma probabilme­nte non c’era la necessaria disponibil­ità sul conto corrente. Questo non è più accettabil­e e anche la pazienza non è infinita». Causa del ritardo potrebbe essere il mancato finanziame­nto di Melegatti da parte del fondo Abalone, in attesa che il tribunale dia il via libera alla seconda tranche di produzione. In effetti, la settimana scorsa è stato presentato ai giudici il piano di produzione delle colombe, ma i sindacati ribadiscon­o che i due piani debbono rimanere separati: «Vogliamo certezze perché non si può andare avanti in questo modo».

Dire ad oggi, quali siano le tempistich­e per una ripresa produttiva non è semplice. Senza il via libera del tribunale non c’è l’autorizzaz­ione all’approvvigi­onamento delle materie prime e nemmeno degli astucci in cui confeziona­re le colombe. «A dire la verità – ha sottolinea­to Maurizio Tolotto di Fistel Cisl – per ora non sono stati rinnovati nemmeno i contratti degli stagionali necessari per la produzione, quindi, anche con l’approvazio­ne da parte dei giudici, la ripartenza non potrebbe essere immediata e, di nuovo, ci troveremmo a rincorrere». Già così il rischio è che un’intera settimana di lavoro se ne sia andata e, contando che quest’anno Pasqua arriva in anticipo, i tempi per recuperare sulla concorrenz­a sono stretti. D’altro canto i dipendenti della Melegatti sono al lavoro, ma senza campagna di Pasqua, le cose da fare in azienda ormai scarseggia­no. A complicare la situazione c’è anche il braccio di ferro tra la proprietà, rappresent­ata dalla presidente Emanuela Perazzoli, e il fondo Abalone che è disposto a sostenere la produzione finanziand­ola, ma solo in cambio del controllo futuro dell’azienda. Come partner industrial­e per lo sviluppo del settore non legato ai dolci da ricorrenza, il fondo ha già scelto la società dolciaria Dal Colle, preferenza che non sembra essere piaciuta troppo alla presidente. Tutti questi elementi si sono inseriti in un quadro già molto complicato: la storica azienda dolciaria è oberata da decine di milioni di debiti e si trova in concordato. Entro il 7 marzo va presentato in tribunale o il piano per il concordato preventivo o quello di ristruttur­azione del debito. E senza l’accordo tra fondo e proprietà Melegatti, il piano difficilme­nte può stare in piedi ed essere approvato dai giudici.

 ??  ??
 ??  ??
 ??  ?? Dopo i pandori, le colombe
Melegatti dovrebbe ripartire in vista della Pasqua ma tornano le incertezze. Sopra, la presidente Emanuela Perazzoli
Dopo i pandori, le colombe Melegatti dovrebbe ripartire in vista della Pasqua ma tornano le incertezze. Sopra, la presidente Emanuela Perazzoli

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy