Corriere di Verona

«No comment» La rabbia rap del veneto Nitro

L’artista vicentino presenta il suo nuovo cd e si prepara ad incontrare i fan (domani a Verona). «Essere nato in questo territorio mi ha formato e mi aiuta a tenere sempre la testa bassa». Album cupo? «Riflette i tempi in cui viviamo»

- Francesco Verni

C’è rap e rap. Quello del vicentino Nitro, punta di diamante della Machete Crew di Salmo, è fitto di rime, cupo, pieno di conflitti e, quindi, anche di spunti di riflession­e.

Un rap che ha conquistat­o il pubblico prima con «Danger» del 2013, poi con «Suicidol» di due anni più tardi (disco d’oro per le vendite), e che, da domani, si incarnerà nel terzo album «No comment». Il lungo tour instore di presentazi­one inizierà proprio dal Veneto, domani con una doppia tappa alla Feltrinell­i della stazione di Verona (ore 15) e al Saxophone di Vicenza (ore 18), mentre sabato il rapper Nicola Albera sarà alla Mondadori di Padova (ore 15) e poi alla Feltrinell­i di Mestre (ore 18).

In «Passeparto­ut» si autodefini­sce “mainstream undergroun­d”, che cosa significa questo ossimoro?

«Anche se ho risultati da mainstream, nella mentalità rimango undergroun­d. Non sono un artista pop italiano, non faccio musica programmat­a per piacere alla massa».

In «Ho fatto bene», c’è il verso «accusato di aver piani troppo grandi per un vicentino». Essere nato qui è stato un ostacolo? «È stato un aiuto. Mi ha formato e mi ha fatto capire quanto si deve lottare per ottenere ciò che si vuole. Sapere da dove vengo mi aiuta ancora oggi a tenere la testa bassa, sapere in che contesto sono cresciuto mi aiuta a capire chi sono e come comportarm­i».

I suoi primi instore parto- no dal Veneto, è solo un caso?

«Mi piace iniziare da dove sono partito, tornare a casa e capire che facendo bene. Il Veneto è uno dei posti dove vale il proverbio del “nessuno è profeta in patria”. Per questo è ancora più bello poterlo sfata-

re». La sua estetica è molto distante altro rap da italiano? quella della trap o di estetica «La differenza non compromett­e è che la mia minimament­e fa parte ma non la la musica; compromett­e». ne Cita film horror cult come “Buio Omega”, registi come Takashi Miike, e tantissime

serie tv. Come rientra la cultura pop nelle sue canzoni? «Parlo di quello che mi influenza e mi piace. Esattament­e come parlo di quello che vedo in giro e non mi piace. Nella mia musica c’è spazio per entrambe le cose». Alcuni cantautori come Francesco De Gregori dicono che i rapper ricoprono il ruolo che avevano loro negli anni settanta: è d’accordo?

«Finalmente l’hanno detto. Pensavo che i cantautori continuass­ero a fare ostruzioni­smo verso il rap. Sono abbastanza d’accodo, ma forse non è il rap che testimonia il cantautora­to, ma è il cantautora­to che ha posto delle basi per lo sviluppo del rap». Come mai «No comment» è un album arrabbiato e cupo? «È lo specchio degli ultimi anni, di come mi sono sentito fino adesso». Se quest’album fosse un film di che genere sarebbe?

«Sicurament­e sarebbe scifi. Sarebbe “Matrix”, “Blade Runner” o “L’esercito delle 12 scimmie”». Se non avesse fatto il rapper, che mestiere avrebbe scelto? «Di solito rispondo il clochard, perché non riesco ad immaginare una vita senza rap. Oggi però direi il professore o lo psicologo».

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Il vicentino Nicola Albera, in arte «Nitro» si è fatto strada nel panorama nazionale della musica rap,
Talento Il vicentino Nicola Albera, in arte «Nitro» si è fatto strada nel panorama nazionale della musica rap,
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