Matos e Petkovic Nuove speranze per l’attacco
Il dribblatore brasiliano e l’«omone» croato: così Pecchia ora ha più soluzioni
Il mercato ritocca VERONA l’Hellas. Alla ripresa, nello scontro diretto con il Crotone, il 21 gennaio (oggi pomeriggio cominciano gli allenamenti), Fabio Pecchia potrà contare su un numero più ampio di soluzioni in attacco, aspettando altri interventi in entrata, soprattutto in difesa. Cambia negli uomini, il Verona, e lo fa con gli innesti di Ryder Matos, Bruno Petkovic e Deian Boldor. Due pedine per rafforzare il reparto avanzato, spesso limitato da assenze pesanti, e una per infoltire il settore arretrato. Partendo dalla fine, Boldor non va ritenuto come il sostituto di Martin Caceres. Tornato dall’esperienza al Montreal Impact, il giocatore romeno è una soluzione aggiuntiva per Pecchia, che lo conosce bene per averlo avuto con sé nella passata stagione, tanto più che in uscita c’è Nicolò Cherubin, fermato per oltre un anno da un infortunio alla caviglia destra. Per lui, ora, serve completare il recupero altrove, e il suo posto in lista sarà preso da Boldor.
Detto questo, Filippo Fusco è alla ricerca di un centrale mancino per la difesa. Gli arrivi di rilievo sono, dunque, soprattutto quelli di Matos e Petkovic. Un’ala veloce e tecnica, il primo. Una punta muscolare, dallo spiccato atletismo, il secondo. Matos ha caratteristiche già presenti in alcuni giocatori della rosa dell’Hellas, mentre Petkovic ne ha di differenti, non rintracciabili in Pazzini, né in Kean. Il Verona, da qualche mese, ha variato assetto tattico, passando dal 4-3-3, che di Pecchia era il marchio tradizionale, al 4-2-3-1. Un modulo che pone esigenze diverse. Su questo solco si è mosso Fusco, tenendo conto che l’Hellas ha adottato un’impostazione che non è la stessa secondo cui era stato costruito in estate. Pecchia ha chiesto un centravanti fisico e i buoni rapporti con il Bologna hanno fatto il resto: Petkovic è stato ingaggiato in prestito fino a giugno. Non ha nel proprio repertorio molti gol (anzi: in A non ha mai segnato, in un anno con i rossoblù), ma la stazza poderosa della punta croata, nei piani di Pecchia, dovrebbe essere utile per agevolare gli inserimenti dei suggeritori a supporto. Che sia impiegato dal via o in corso d’opera, Petkovic rappresenta un’idea di calcio nuova per questo Verona. E, a guardar bene, anche rispetto all’Hellas che ha sempre disegnato Pecchia, che da quando è sulla panchina gialloblù ha sempre studiato una formazione che fosse più manovriera. Il contesto è cambiato ed è servito, di conseguenza, adattare a questo Verona anche le operazioni di mercato.
Matos entra nella medesima logica, sia pure per un altro genere di ragioni. Con un attaccante-boa lassù, dietro occorre aumentare l’agilità e il palleggio. Il brasiliano è, pure lui, ben poco avvezzo alla porta – in Serie A ha realizzato dei gol solamente nei mesi del suo transito al Carpi, nel 2015 –, ma ha tocco fino e confidenza con il dribbling. Creare superiorità numerica, o affidarsi all’«omone» Petkovic: sono due facce della stessa medaglia. Ossia, tenere di più il pallone nella metà campo avversaria, per rischiare di meno ed essere pericolosi. Il Verona prova a salvarsi così.