Corriere di Verona

Melegatti riprende lo stato di agitazione

Proprietà e fondo Abalone senza accordo: assemblea rinviata

- Samuele Nottegar

Torna lo stato di agitazione alla Melegatti, tornano i dubbi e si ingigantis­ce la preoccupaz­ione per il futuro dell’azienda. «Deludente» per i sindacati l’incontro che si è tenuto ieri col nuovo dg Perosa.

Torna lo stato di agitazione alla Melegatti, tornano i dubbi e si ingigantis­ce la preoccupaz­ione per il futuro dell’azienda. L’incontro che si è tenuto ieri tra le organizzaz­ioni sindacali e il nuovo direttore generale Sergio Perosa è stato definito da dipendenti e sindacati assolutame­nte deludente. E così, al termine dell’assemblea dei lavoratori, si è optato per proclamare lo stato di agitazione. Una decisione che riporta indietro le lancette di questa vicenda di parecchi mesi e che pone di nuovo la questione sul futuro della storica azienda dolciaria veronese.Di fatto sul tavolo rimangono irrisolte tutte le questione, a partire dall’avvio della campagna di Pasqua per la quale, ad oggi, non ci sono certezze. Si sa che l’azienda ha sottoposto il piano al vaglio del tribunale, la scorsa settimana, ma dai giudici un via libera ancora non è arrivato. Di qui, la dura presa di posizione delle organizzaz­ioni sindacali: «Consideran­do che i tempi per la produzione – scrivono in una nota i sindacati – non corrispond­ono più a quelli previsti e consideran­do che il tribunale, per la mini campagna di Natale, era stato molto disponibil­e e veloce nelle delibere, abbiamo chiesto ripetutame­nte di capire i motivi che stavano causando questi ritardi, provando anche a fare delle ipotesi, ma escludendo ogni possibile implicazio­ne del tribunale stesso. A questa precisa domanda non è arrivata alcuna risposta da parte del nuovo direttore». La produzione delle colombe, che doveva partire questa settimana, è importante perché rappresent­a, assieme a quella dei pandori, il core business di Melegatti: l’azienda senza le entrate di questa campagna rischia, infatti, di essere travolta dalle decine di milioni di debiti già accumulate negli anni. La mancata ripartenza produttiva però significa, di fatto, che ancora un accordo non è ancora stato trovato tra la proprietà, rappresent­ata dalla presidente Emanuela Perazzoli, e il fondo Abalone che aveva finanziato la produzione natalizia. A conferma di questo dato ci sono almeno due elementi: l’assemblea dei soci, convocata per domani, è slittata a venerdì prossimo 19 gennaio. «Mi è stato comunicato – ha detto Michele Turco, socio di minoranza di Melegatti – che non sono state portate a termine le trattative con il fondo e che, pertanto, l’assemblea viene rinviata». Ma anche il fatto, emerso ieri, che lo stesso Perosa non sarebbe espression­e del fondo, ma bensì incaricato dal Cda di Melegatti e, quindi, dalla presidente Perazzoli, indica come le parti siano ancora distanti.Per provare a fare un po’ di chiarezza, le organizzaz­ioni sindacali hanno proclamato lo stato di agitazione e hanno chiesto di programmar­e un incontro urgente con i vari attori della vicenda: proprietà, fondo e commissari del tribunale. La richiesta è che l’incontro si tenga in Prefettura, come era stato all’inizio della vertenza Melegatti, ma lavoratori e sindacati chiedono che finalmente siano presenti tutti.

«Rabbia, delusione e preoccupaz­ione – hanno ribadito – serpeggian­o tra i dipendenti che, con tanta generosità, si sono messi a disposizio­ne dell’azienda. I lavoratori hanno diritto di sapere e di avere informazio­ni corrette. Le bugie e le mezze verità non aiutano e, soprattutt­o, riteniamo che sia assolutame­nte necessario che ogni soggetto coinvolto porti a termine il proprio compito e assolva all’impegno preso».

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La vertenza Dopo le speranze di Natale, ancora dubbi sul futuro di Melegatti. Sopra, Michele Turco

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