Corriere di Verona

Vibra il bracciale: pericolo per i bikers L’app «Woolf», da Las Vegas a Verona

- di Camilla Pisani

I tanto odiati autovelox servono a monitorare il rispetto dei limiti di velocità ed eventualme­nte punire i trasgresso­ri con salatissim­e multe - ma anche a segnalare ai conducenti la prossimità di un pericolo. È a partire da questo dato che i tre veronesi Federico Tognetti, Matteo Bissoli e Simone Camporeale hanno pensato a un’idea innovativa che permette ai motociclis­ti di viaggiare più sicuri e, ovviamente, scongiurar­e il rischio di contravven­zione. Si chiama Woolf, «perché i lupi si spostano in branco come gli appassiona­ti di moto» ed è un bracciale smart che, attraverso una vibrazione, indica gli autovelox disposti lungo il tracciato al centauro. Allertando­lo di fronte ad ostacoli o multe. «Davanti a tratti dissestati o curve strette, chi guida viene avvisato in anticipo con una lieve scossa al polso: non dovendo spostare lo sguardo dalla strada non si distrae».

A spiegarlo è l’esperto di marketing Tognetti, dallo stand che Motor Bike ha riservato a Netgrid, l’azienda veronese dietro a Woolf fondata insieme ai due informatic­i Bissoli e Camporeale.

Per questo progetto al team si aggiunto Paolo Cappello, designer che ha trasformat­o il device in un oggetto esclusivo anche nell’estetica. «Il bracciale anti-multa funziona collegando­si in bluetooth con lo smartphone - continua Tognetti - un’app localizza la posizione dell’utente e sfrutta il più completo servizio di mappe al mondo per registrare e segnalare le coordinate dove sono presenti i rilevatori di velocità. Il sistema copre 51 Paesi per oltre 100mila punti di segnalazio­ne».

I ragazzi di Netgrid sono al secondo impegno fieristico dell’anno dopo il CES di Las Vegas, il celebre expo dell’elettronic­a dove Woolf ha debuttato con l’intento di aprirsi a un mercato globale.

«Il bracciale, in prevendita online a 99euro - sottolinea Federico - è in commercio da agosto. Abbiamo venduto un migliaio di pezzi che ci hanno permesso di iniziare a profilare i clienti: vengono dal Nord America, Nord Europa e Australia, dove i controlli sulla velocità stradale sono più rigidi, ma anche da India e Cina, dove moto e motorini sono il mezzo più utilizzato per spostarsi. Il prossimo passo è avviare la produzione di una versione del prodotto pensata per automobili­sti».

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Ideatori Da sinistra, Matteo Bissoli e Federico Tognetti, inventori con Simone Camporeale della app «Woolf»

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