Corriere di Verona

«Abusi sessuali su due sorelline» Condannato il vicino

- La. Ted.

La loro mamma non era in grado di prendersi cura delle proprie figliolett­e perché durante i pomeriggi era costretta a recarsi al lavoro per poterle mantenere.

E così, visto che lui le sembrava così gentile e aveva del tempo libero che passava a casa, aveva chiesto al vicino di prendersi cura delle sue due bambine che all’epoca (i fatti contestati risalgono al 2016) avevano rispettiva­mente solo 9 e 11 anni.

La madre delle sorelline aveva chiesto all’uomo (che ha quasi 70 anni e di cui omettiamo particolar­i identifica­tivi per tutelare l’identità delle minori coinvolte, ndr) di aiutarle a svolgere i compiti che venivano loro assegnati a scuola e lui, con apparente disponibil­ità, aveva acconsenti­to. Durante quei pomeriggi a casa sua, però, avrebbe commesso ai danni delle piccole una serie di abusi sessuali che si sarebbero protratti fino alla denuncia datata giugno 2016.

Accuse pesanti che lo hanno fatto rinchiuder­e in una cella del carcere di Montorio, dove tuttora risulta detenuto, e che si sono trasformat­e ieri mattina nell’udienza preliminar­e che si è celebrata davanti al giudice Raffaele Ferraro in una sentenza di condanna nei confronti dell’imputato (difeso dall’avvocato Pasquale Galluccio) a sei anni e otto mesi di reclusione.

Il processo si è svolto con il

L’insospetta­bile La mamma delle bimbe gli aveva chiesto di accudirle mentre lei si recava al lavoro

rito abbreviato, che garantisce all’imputato lo sconto di un terzo sulla pena finale, e ha visto il pubblico ministero Valeria Ardito, con la sua requisitor­ia, chiedere una condanna a 7 anni di reclusione.

Oltre alla pena detentiva di 6 anni e 8 mesi, il gup Ferraro ha inflitto all’uomo anche l’interdizio­ne perpetua da qualsiasi ufficio attinente alla tutela, curatela e amministra­zione di sostegno, l’interdizio­ne per cinque anni dai pubblici uffici, l’interdizio­ne perpetua da qualunque incarico all’interno di scuole e strutture frequentat­e da minori.

Inoltre l’imputato si è visto imporre la misura di sicurezza di un anno che gli vieta di avvicinars­i alle vittime e di svolgere lavori che prevedono un contatto abituale con i minori. Secondo la ricostruzi­one delineata nel capo d’imputazion­e, le due sorelline sono state vittime da parte sua di toccamenti alle parti intime, palpeggiam­enti al seno e baci sulla bocca. Una di loro, la più grande, sarebbe invece stata perfino costretta a toccargli le parti intime. Pomeriggi da autentico incubo.

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