Corriere di Verona

Noi con l’Italia, in extremis l’intesa con il centrodest­ra Tosi: ha vinto il buonsenso

La firma a Roma dopo le voci di rottura. Lega, maretta per il nome in lista di una condannata

- di Lillo Aldegheri

Noi con l’Italia, il neonato partito di cui fa parte anche Flavio Tosi, parteciper­à alle elezioni politiche del 4 marzo in alleanza col centrodest­ra, costituend­o la cosiddetta «quarta gamba», al fianco di Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia. Ma trovare un punto d’incontro è stata impresa ardua e l’intesa è arrivata in extremis, dopo ore e ore davvero di fuoco.

Una giornata da infarto, ma alla fine l’accordo c’è: Noi con l’Italia, il neonato partito di cui fa parte anche Flavio Tosi, parteciper­à alle elezioni politiche del 4 marzo in alleanza col centrodest­ra, costituend­o la cosiddetta «quarta gamba», al fianco di Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia. L’intesa è arrivata in extremis, dopo ore e ore davvero di fuoco. L’altra sera, nel salotto televisivo di Bruno Vespa, Raffaele Fitto aveva spiegato che si era ad un passo dalla rottura: lui stesso e Lorenzo Cesa avevano da poco lasciato il tavolo delle trattative, chiedendo una pausa di riflession­e, mentre Silvio Berlusconi aveva invitato a Palazzo Grazioli Giorgia Meloni e Matteo Salvini con i rispettivi negoziator­i.

Ieri mattina, di buon’ora, il leghista Roberto Calderoli, avvistato dai giornalist­i al Viminale, dov’era in coda per depositare il simbolo del Carroccio, aveva annunciato urbis et orbis che «la coalizione di centrodest­ra sarà a tre: Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia: la quarta gamba di Noi con l’Italia – aveva aggiunto il vicepresid­ente del Senato - si è rotta, e quando una gamba si rompe, bisogna ingessarla». Due ore dopo, però, ecco il classico «contrordin­e compagni»: Fitto e Cesa, a nome del nuovo partito, entravano sorridenti nella sede di Forza Italia, assieme al forzista Antonio Tajani, presidente del Parlamento europeo, per firmare, alle 13.20, l’intesa (faticosame­nte) raggiunta. E la gamba si è quindi riaggiusta­ta.

Se questo è il dato certo, c’è da aggiungere che notizie ufficiose parlano di 20 collegi uninominal­i assegnati a Noi con l’Italia (la trattativa era partita da 6, passando poi a 13) con una promessa di Berlusconi di cercarne qualcuno in più in questo fine settimana. Ma su questo, ovviamente, è meglio attendere la presentazi­one delle liste, tra 8 giorni. «Il buonsenso ha avuto la meglio - ha commentato Flavio Tosi dopo la firma dell’intesa – e adesso, da tutto il centrodest­ra, gli italiani si aspettano proposte concrete, e non le solite sparate elettorali di qualcuno».

Per quanto riguarda gli altri partiti veronesi, in Forza Italia lo sprint sull’assegnazio­ne dei collegi è previsto a partire da lunedì. Al momento, i favoriti sarebbero Davide Bendinelli per il collegio che comprende una parte dei Comuni lacustri (Bendinelli, come è noto, è il sindaco di Garda) e l’imprendito­re Massimo Ferro per quello che comprende tutto il Comune capoluogo, mentre l’assessore municipale Daniele Polato verrebbe messo in corsa nel listino proporzion­ale. Ma molti vorrebbero capire le mosse del riservatis­simo deputato uscente, Alberto Giorgetti.

In Fratelli d’Italia, accanto a quello del senatore uscente Stefano Bertacco, e a quello del presidente del consiglio comunale Ciro Maschio (amico di gioventù di Giorgia Meloni) spunta adesso anche l’ipotesi di Matteo Gelmetti, molto legato al sindaco Sboarina che ne avrebbe personalme­nte caldeggiat­o la causa con la stessa Meloni.

Per quanto riguarda la Lega, che secondo le previsioni dovrebbe fare man bassa di collegi uninominal­i in tutto il Veneto, è certissima la candidatur­a del vicesindac­o ed europarlam­entare Lorenzo Fontana. Viene poi data per sicura la rielezione a Palazzo Madama di Paolo Tosato, mentre salgono le probabilit­à di elezione di Paolo Paternoste­r, osteggiato all’interno del direttivo provincial­e ma che gode della stima e dell’amicizia del leader regionale, Toni Da Re. Dopo di che, sempre in Lega, gran putiferio, soprattutt­o sul versante femminile (la legge obbliga a mettere in lista un numero di signore pari a quello degli uomini). Tra i nomi in lizza è spuntato anche quello di Debora Marzotto, incappata però giusto questa settimana in una condanna penale per una vecchia storia relativa a quando era presidente della casa di riposo di Albaredo.

Sul fronte politico opposto, il Pd veronese è ancora senza segretario: l’esito del congresso è da tempo all’esame della Commission­e Nazionale di Garanzia che ha rinviato più volte la decisione e ne parlerà, forse, il 25 gennaio. Troppo tardi per poter pesare sulle candidatur­e. Favoriti comunque Alessia Rotta e Gianni Dal Moro, anche se Vincenzo D’Arienzo avrebbe ancora spazi per continuare a battersi.

Forza Italia Bendinelli nel collegio dell’area che comprende il Garda, Ferro in pole per la città

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Nuova formazione Flavio Tosi con Patrizia Bisinella nel giorno della presentazi­one di Noi con l’Italia

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