Trenta secondi per il colpo nella boutique delle griffe
Folli Follie, blitz all’alba. In 30 secondi una banda arraffa merce firmata per 150mila euro. Al vaglio i filmati
Centocinquantamila euro in trenta secondi. È stato un colpo tanto ricco quanto veloce quello messo a segno ieri mattina all’alba all’interno della boutique Folli Follie di corso Porta Borsari, in pieno centro. Le immagini del circuito interno di videosorveglianza hanno ripreso tutto il blitz. Telecamere posizionate sia all’interno del negozio che all’esterno, per riprendere proprio l’entrata. Ma risalire all’identità dei componenti della banda entrata in azione verso le 5.30 non sarà una sfida facile per gli investigatori della polizia perché non si trattava certo di sprovveduti. Incuranti della sirena dall’allarme entrata regolarmente in funzione, i tre hanno agito con decisione e altrettanta precisione una volta riusciti ad entrare nel negozio. Sicuri di non poter essere riconosciuti dai filmati perché erano «bardati» da capo a piedi: passamontagna, foulard sul viso, abiti scuri e guanti per non lasciare impronte traditrici. La chiamata in questura è arrivata solo verso le 9.30, a distanza di circa quattro ore, quando i dipendenti si sono presentati regolarmente sul posto per iniziare la giornata e hanno trovato la porta d’ingresso forzata. All’ingresso, sul pavimento, il piede di porco blu con il quale i ladri avevano letteralmente «sradicato» l’infisso per guadagnarsi l’entrata. Sono stati proprio i filmati a riprendere in diretta il furto-lampo. Un colpo probabilmente studiato a tavoli e su commissione. I tre, infatti, sapevano cosa prelevare tra la preziosa merce esposta sugli scaffali: in trenta secondi, secondo un primo inventario, avrebbero fatto sparire 61 borse, 10 capi di abbigliamento e due cinture. Yves Saint Laurent, Valentino e Céline, per un bottino che si aggira sui 150mila euro (tutta merce coperta da assicurazione). Nemmeno una delle scarpe da capogiro esposte: merce più difficilmente «piazzabile» sul mercato della ricettazione, rispetto alle borse. Sul posto, per un primo sopralluogo, sono intervenuti gli agenti delle volanti e la presenza della pattuglia non è certo passata inosservata in una delle vie più «trafficate» della città tra turisti e veronesi. Teli bianchi a coprire le vetrine rimaste spoglie all’improvviso e un cartello laconico affisso sulla porta d’ingresso prontamente riparata: «Chiuso». Nessun commento da parte dei dipendenti che hanno seguito passo passo il lavoro degli agenti e i rilievi della polizia scientifica giunta successivamente sul posto. Oltre ad aver acquisito i filmati della boutique, i tecnici hanno cercato eventuali impronte e non è escluso che saranno passati al setaccio anche i filmati delle telecamere cittadine presenti in zona. Resta da capire come abbiano potuto agire in pieno centro, con il rischio di venire bloccati da una pattuglia di passaggio. E vi sono ancora dubbi sull’eventuale presenza di complici in zona, pronti ad aspettare i tre con un’auto per garantirsi la fuga. Anche in questo caso, i filmati registrati dagli «occhi elettronici» presenti in città, potrebbero aiutare le indagini. Indagini che ora saranno affidate alla squadra mobile.