Corriere di Verona

«Melegatti, siamo appesi a un filo»

Dall’assemblea dei soci silenzio sull’accordo con Abalone. L’ira del sindacato

- Samuele Nottegar

Melegatti rimane pericolosa­mente in mezzo a un guado. Ieri, l’assemblea dei soci doveva decidere se sottoscriv­ere l’accordo quadro con il fondo Abalone e garantire così la ripartenza industrial­e con l’avvio della campagna di Pasqua, ma nessuna scelta è stata presa in merito. Tutto rimane bloccato, nonostante il fondo, nei giorni scorsi, sia stato piuttosto esplicito sulle decisioni da prendere per il futuro dell’azienda dolciaria: senza accordo, nessun investimen­to.a

Melegatti rimane pericolosa­mente in mezzo a un guado. Ieri, l’assemblea dei soci doveva decidere se sottoscriv­ere l’accordo quadro con il fondo Abalone e garantire così la ripartenza industrial­e con l’avvio della campagna di Pasqua, ma nessuna scelta è stata presa in merito. Tutto rimane bloccato, nonostante il fondo, nei giorni scorsi, sia stato piuttosto esplicito sulle decisioni da prendere per il futuro dell’azienda dolciaria: o i soci sottoscriv­ono l’accordo quadro o nessun investimen­to verrà fatto in vista della produzione pasquale. Quindi tutto fermo, tutto bloccato mentre i dipendenti ormai hanno poco o nulla da fare in azienda e i competitor stanno già lavorando a pieno regime nella produzione di colombe e dolci per le festività. Le poche parole del comunicato ufficiale dell’azienda non dicono di quanto siano distanti le parti e le posizioni tra i soci, non indicano le ragioni della mancata firma, né chiariscon­o se è lecito attendersi, a breve, una soluzione positiva della vicenda.

È noto che è stato nominato il consiglio di amministra­zione (si può ipotizzare con una certa sicurezza che la presidente Emanuela Perazzoli sia rimasta al suo posto e che poco sia cambiato) e che «è stata svolta ampia discussion­e sulla situazione attuale». Si sa che il cda si riunirà già lunedì, non è indicato per decidere cosa. Nel frattempo rimbalza la voce che i soci, o parte di essi, siano alla ricerca di un nuovo fondo di investimen­to da far entrare in Melegatti. Da parte di Abalone, che è forte dell’impegno sottoscrit­to e depositato in tribunale lo scorso 20 novembre, nessun commento in merito. Di certo le tempistich­e non sembrano sorridere a un nuovo arrivato. Entro il 7 marzo, salvo proroga di ulteriore 60 giorni, va depositato in tribunale il piano di ristruttur­azione del debito di Melegatti, cui i profession­isti stanno lavorando ormai da mesi. Pena il fallimento della storica azienda. Molto difficile pensare che qualcuno appena arrivato sia in grado di rispettare la scadenza, vista la complessit­à della situazione finanziari­a e debitoria (circa 30 milioni di euro) dell’azienda dolciaria. Ma se dal fondo maltese non parlano, molto dure sono, invece, le dichiarazi­oni delle organizzaz­ioni sindacali. «Siamo appesi a un filo – attacca Maurizio Tolotto di Fai Cisl – e non c’è nessuno che stia mantenendo gli impegni presi: non con i lavoratori, non con il tribunale. Non aver deciso, aggiunge difficoltà a difficoltà: tenere ferma questa azienda è un lusso che non ci possiamo permettere. Il rischio è molto serio». La data per una nuova assemblea non è stata fissata, ma martedì prossimo alle 11, è stato convocato un tavolo in prefettura, cui sono stati invitati tutti gli attori in gioco, per fare chiarezza sulla situazione. A questo punto, è un appuntamen­to cui si guarda con estrema attenzione. «Pretendere­mo chiarezza – dice Daniele Mirandola di Uila Verona – su ogni punto di questa incredibil­e vicenda. I lavoratori hanno diritto di sapere che cosa sta succedendo, che cosa i soci hanno intenzione di fare per l’azienda, domani e dopo». Rimane il fatto che al tavolo in prefettura non è obbligator­io andare e, come successo anche in precedenza, l’incontro potrebbe essere disertato.

Quindi, le possibilit­à di avere sviluppi positivi a breve sono poche. A meno che il Cda di lunedì non porti novità sul fronte finanziari­o. Anche perché Tolotto ricorda: «Se il fondo non mette i soldi, chi pagherà gli stipendi di gennaio?».

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In attesa Sopra un immagine della produzione durante la campagna natalizia. A sinistra, la presidente Perazzoli

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