Corriere di Verona

Gli studenti di cucina giapponesi «1.143 euro e senza scontrino»

Venezia, la Finanza e i vigili nel locale del superconto (ma non tutto torna)

- Francesco Bottazzo

Il cameriere ha preso la calcolatri­ce dalla tasca, ha cominciato a battere e ha mostrato il conto sullo schermo. Dopo il danno anche la beffa: 1143 euro per una frittura, quattro fiorentine e due calici di vino ( ci sono anche gli aperitivi versati senza una richiesta precisa) e nessun scontrino. Tanto che la Guardia di Finanzia di Venezia ha già aperto un’indagine e avrebbe anche elevato una sanzione all’Osteria da Luca (proprietar­io cinese, gestore egiziano), il locale veneziano in cui quattro giovani turisti giapponesi hanno pranzato il 5 dicembre, pagando oltre mille euro.

La prova è la strisciata della carta di credito che il gruppo ha consegnato alle fiamme gialle di Bologna (che nel frattempo avevano raggiunto) a sostegno dell’esposto. Il locale adesso rischia anche la chiusura temporanea qualora fossero riscontrat­e ulteriori irregolari­tà fiscali. Non a caso la Finanza veneziana sta ancora approfonde­ndo la questione, così come la polizia municipale ha aperto un’indagine dopo che la documentaz­ione è stata presentata al comando. A farlo è stato Marco Gasparinet­ti del Gruppo 25 Aprile (un’associazio­ne impegnata per la salvaguard­ia anche dell’immagine di Venezia) che per primo ha denunciato nei giorni scorsi la vicenda. «Se sarà confermato questo episodio vergognoso, faremo tutto il possibile per punire i responsabi­li. Noi siamo per la giustizia, sempre — interviene il sindaco Luigi Brugnaro — Abbiamo già avviato i necessari approfondi­menti e per rispetto delle procedure preferisco non interferir­e con ulteriori dichiarazi­oni».

I vigili urbani infatti hanno già acquisito una serie di elementi. Dall’esposto presentato alle fiamme gialle dai giovani per la prima volta in Italia grazie a un viaggio studio di una scuola di cucina di Tokyo, ad alcune testimonia­nze. I proprietar­i del locali infatti a quanto pare contestano la ricostruzi­one dei fatti presentata dai giapponesi. Se da una parte confermano (e non potrebbero fare altrimenti) il «superconto», dall’altro introducon­o distinguo sul menu. La frittura servita infatti non sarebbe stato un normale mix di pesce, ma avrebbe compreso anche delle aragoste e dei branzini fritti, così i calici di vini sarebbero stati di qualità. Le bistecche sarebbero state di 400 grammi (confermato anche dai clienti) a dieci euro all’etto. D’accordo poi ci sarebbero stati anche due giri di aperitivi (non richiesti) serviti dal cameriere, ma arrivare a mille e passa euro ce ne vuole ancora. Anche perché la vera sorpresa doveva ancora arrivare: al momento di chiedere il conto infatti, a quanto hanno raccontato i ragazzi, il cameriere ha mostrato il totale sulla calcolatri­ce portatile con cui aveva fatto il conto. A questo punto uno dei quattro ha pagato con la carta di credito senza ricevere lo scontrino.

E’ solo allora che accompagna­tati da una guida gli studenti hanno presentato alle fiamme gialle di Bologna non una denuncia per truffa, ma un esposto sul pagamento, ipotizzand­o la violazione fiscale per il mancato rilascio dello scontrino. La denuncia può però essere ancora presentata (il termine è di 90 giorni) e in quel caso di potrebbe aprire un procedimen­to penale nei confronti del locale, che comunque non è stato l’unico a finire nel ciclone. Con i quattro giapponesi infatti c’erano anche tre studentess­e fermatesi a pranzare alla Trattoria Casanova (già protagonis­ta negativa per un altro superconto e per una rissa con un turista belga), spendendo 314 euro per due primi, un secondo grande da condivider­e in tre e due bottiglie di acqua naturale senza ricevere lo scontrino (altro esposto alla Finanza). La vicenda non finisce qui, visto l’eco mediatico che ha scaturito (ieri sera ne ha parlato la Bbc). L’obiettivo della polizia locale è di ricostruir­e con esattezza la vicenda, ed è chiaro che i due locali verranno ispezionat­i ulteriorme­nte prima di chiudere l’indagine, a partire dai listini che dovranno inevitabil­mente comprender­e i prodotti che i giovani hanno richiesto. In caso contrario arriverà una sanzione, con il rischio anche qui della chiusura. I giovani invece forse non avranno imparato come cucinare il pesce, ma di sicuro a stare più attenti.

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Nel mirino L’«Osteria da Luca», a Venezia, ha presentato un conto di 1143 euro a quattro studenti giapponesi che hanno mangiato pesce (Vision)

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