I liquidatori contro Zonin & soci Avviata la revoca dei beni «donati»
Colpiti anche Zigliotto e Macola. L’ex numero uno si difende: «Passaggi ininfluenti»
La controffensiva patrimoniale dei commissari liquidatori contro gli ex vertici della Popolare di Vicenza è cominciata, con una precisa dichiarazione di apertura delle ostilità. I responsabili della banca vicentina, posta in liquidazione coatta amministrativa, hanno fatto partire nei giorni scorsi le prime azioni revocatorie verso alcuni dei passati amministratori, dopo che negli anni a ridosso del crac dell’istituto berico diversi consiglieri, sindaci e top manager della banca si erano spogliati dei propri beni, nel tentativo di sottrarli alle richieste risarcitorie della banca stessa e dei soci, colpiti dal repentino azzeramento del valore delle azioni.
La scorsa settimana, dunque, secondo quanto si apprende negli ambienti giudiziari del capoluogo berico, quattro distinte azioni revocatorie sono state depositate al Tribunale di Vicenza e sono in corso di notifica nei confronti dell’ex presidente della Popolare, Gianni Zonin, per quasi vent’anni alla guida dell’istituto di credito, e degli ex consiglieri di amministrazione Maria Carla Macola e Giuseppe Zigliotto.
Per quanto riguarda Zonin, i commissari liquidatori hanno chiesto ai giudici la revoca dei due patti di famiglia con i quali l’ex numero uno ha ceduto ai figli Domenico, Francesco e Michele la piena proprietà del 26,9% e i diritti di usufrutto sul 23% del capitale della «Gianni Zonin Vineyards Sas» di Giovanni Zonin&C, nonché il 38,5% della «Zonin Giovanni Sas», cioè la holding dell’impero vitivinicolo dell’ex banchiere. Le indagini condotte dalla Guardia di finanza, per altro, hanno portato a scoprire che, come si legge nell’ordinanza di sequestro conservativo per complessivi 1,7 milioni di euro firmata la scorsa settimana dal gip Roberto Venditti, «la grande parte del patrimonio dell’imputato Zonin è stata ceduta ai familiari nell’arco di un biennio». Il patrimonio immobiliare, in particolare, è stato donato a uno dei figli (Michele) e alla moglie Silvana Zuffellato, attraverso due distinte operazioni del gennaio e del maggio 2016.
La difesa di Zonin, sostenuta dagli avvocati Enrico Ambrosetti e Nerio Diodà, ha reagito sostenendo come «tali azioni non introducano elementi di particolare novità all’interno del quadro giudiziario, in quanto già rappresentate e annunciate in passato». Per di più, secondo i due legali, «tali passaggi di quote non hanno pregiudicato o alterato in alcun modo la posizione creditoria della Banca nei confronti di Gianni Zonin. Confermiamo la massima fiducia nel lavoro della magistratura e l’assoluta disponibilità del nostro assistito a chiarire la propria posizione e a fornire una ricostruzione accurata dei fatti accaduti, ribadendo quanto già dichiarato in passato».
Una seconda azione revocatoria è stata notificata all’ex consigliere della banca, nonché ex presidente di Confindustria Vicenza, Giuseppe Zigliotto. In questo caso, nel mirino dei commissari liquidatori è entrato il conferimento di un immobile da parte di Zigliotto in un fondo patrimoniale (un’abitazione e un magazzino a Ravenna sono stati donati, invece, all’ex moglie).
Infine, due revocatorie sono state indirizzate all’ex consigliera Maria Carla Macola, imprenditrice tra le più importanti in Veneto nell’ambito del turismo, entrata a far parte del Cda della Popolare all’inizio del 2012. L’azione riguarda i conferimenti delle quote nella società Turistica Partecipazioni, nella società Agricola Partecipazioni e nella Società agricola Bonsembiante.
Attraverso le revocatorie, in buona sostanza, i commissari liquidatori Fabrizio Viola, Giustino Di Cecco e Claudio Ferrario, puntano a ricostituire l’integrità del patrimonio degli ex amministratori, così da vedere soddisfatte, in caso di vittoria nelle azioni di responsabilità e risarcitorie intentate a suo tempo, le proprie pretese patrimoniali.