Corriere di Verona

Zenti: «Le promesse? Un assalto alla diligenza, vinceranno i demagoghi»

Il vescovo striglia la politica: «Non vedo statisti. E per la prima volta non ho idea di chi votare»

- Orsato

«Per la prima volta non so chi votare: più che una campagna elettorale sembra un assalto alla diligenze. E vinceranno i demagoghi». È la sferzata del vescovo Giuseppe Zenti alla politica: «Mancano statisti - sottolinea il monsignore - e mancano provvedime­nti verso le emergenze: famiglia, giovani e poveri».

«Ho settant’anni, non ho mai mancato un appuntamen­to elettorale, ma per la prima volta mi guardo intorno e non so per chi votare». Già i massimi vertici della Cei (il presidente, cardinale Gualtiero Bassetti) avevano messo in guardia, nei giorni scorsi, «sull’immoralità dei politici che fanno promesse che non possono mantenere». L’aria che si respira nella Curia veronese non è diversa: prevalgono sconcerto e desolazion­e. Abbastanza da spingere il vescovo Giuseppe Zenti, da sempre molto attento alle vicende politiche (e per questo considerat­o, come si dice in gergo «un interventi­sta») a evitare i mezzi termini: «Quel che sto vedendo in questi giorni assomigli di più a un assalto alla diligenza, anziché alle costruzion­e di proposte serie per il governo del Paese: temo purtroppo vincerà il demagogism­o. Non abbiamo statisti, lo dico con rammarico, perché prima che vescovo sono un cittadino italiano».

L’occasione è il tradiziona­le incontro con la stampa per la ricorrenza di San Francesco di Sales, patrono dei giornalist­i. I temi affrontati da monsignor Zenti spaziano dalla situazione diocesana ai nodi della comunicazi­one (nel giorno in cui, su questo punto, si è espresso il Papa), inevitabil­e però, un riferiment­o alla politica: «Quello che manca - dice il vescovo - è la volontà di risolvere i problemi. Cosa consiglier­ei ai politici? Degli esercizi spirituali. Un ritiro da cui uscire con un’idea concreta sulle tre grandi emergenze: famiglia, giovani e poveri».

Monsignor Zenti ribadisce di essere super partes. «Sono stato anch’io vittima di fake

news - avverte - in passato (è accaduto in occasione delle ultime Regionali, quando ci fu un endorsemen­t seppur riservato e dovuto a questioni di vicinanza su alcuni temi per una candidata della Lista Zaia, ndr) mi hanno dato del leghista. Un’assurdità: mi sono sentito devastato per quelle malelingue, ho dovuto dare spiegazion­i anche alla Cei, precisando che era tutto falso». La «predica» del vescovo non risparmia i ricchi: sono anni, da quando c’è la crisi economica che il capo della Chiesa veronese esorta il «sociale debole» ad aiutare i meno fortunati. «Ho visto solidariet­à tra e da i poveri. Il ceto medio contribuis­ce come può. I più abbienti no: spiace dirlo, ma il 90% di loro non aiuta».

La vita diocesana non manca di temi caldi: il primo, per cui si attendono novità nel corso del 2018 è quello del patrimonio edilizio. Il vescovo ha confermato, pur senza rendere noti i tempi che «la Caritas si trasferirà da Lungadige Matteotti all’edificio già occupato dalle suore orsoline, in via Nicola Mazza». Non si sa, però, cosa accadrà nella struttura di Borgo Trento. «Quel che è certo - ribadisce monsignor Zenti - è che ogni nostro bene in possesso della diocesi sarà utilizzato in parte a fini sociali. Così sarà anche per l’ex ostello della gioventù». In ballo c’è anche l’ampliament­o del seminario di San Massimo, con il trasferime­nto di alcuni uffici diocesani.

Altra questione chiave: le unità pastorali. Una rivoluzion­e che impegnerà la diocesi per i prossimi anni, con la riorganizz­azione delle parrocchie in realtà più estese e coordinate da un team di sacerdoti. Una delle zone su cui c’è ancora incertezza è quella del centro storico, tanto che si era parlato di un’ipotesi fusione tra alcune chiese storiche. «Non ci sarà nulla di tutto ciò - precisa monsignor Zenti - le parrocchie rimarranno quelle di oggi, anche per una questione di status giuridica. Una nuova unità pastorale verterà sul Duomo e su Sant’Anastasia, c’è ancora qualcosa da sistemare per la zona sud del centro storico, quella dove si trovano i Santi Apostoli e San Luca: ma i sacerdoti della zona sono già al lavoro».

Fronti aperti in Curia Il patrimonio edilizio deve avere sempre una finalità sociale. Le unità pastorali? Si faranno anche in centro senza sopprimere le parrocchie

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