Serit, la procura non molla e porta il caso in Cassazione
Ricorso sul sequestro dell’area dopo il no del gip
All’indomani dalla sostituzione del presidente Roberto Bissoli con Massimo Mariotti, il caso giudiziario che ruota attorno alla Serit (società di cui è proprietaria per il 99,74% l’Amia, a sua volta dell’Agsm) si profila tutt’altro che chiuso. Il prossimo atto, infatti, si giocherà in Cassazione.
Ma facciamo un passo indietro: il pubblico ministero Beatrice Zanotti, che conduce l’inchiesta sulla srl che intende realizzare su alcuni terreni a Rivoli un nuovo impianto per lo smaltimento dei rifiuti, ha iscritto sei nomi sul registro degli indagati e insiste per ottenere il sequestro dell’area coinvolta nel progetto. A luglio 2017 il gip Luciano Gorra, rigettando i sigilli dei terreni, aveva escluso che Serit sia un organismo pubblico. Una lettura a cui la procura si era subito opposta facendo ricorso al Tribunale del Riesame di Verona. E anche il Comune di Rivoli, con una memoria scritta, era poi tornato a chiedere i sigilli. Istanze a cui però anche il Riesame presieduto dal giudice Paola Vacca aveva detto no: rigettando il ricorso dell’accusa i giudici collegiali avevano ritenuto «non integrato il fumus commissi delicti» sulla base della considerazione che «Serit non è un organismo di diritto pubblico secondo la definizione normativa contenuta nel codice appalti, trattandosi di società con fini di lucro, non istituita in vista di soddisfacimento di esigenze di interesse generale ma, al contrario, sorta come impresa privata e, successivamente, divenuta interamente partecipata da capitale pubblico».A dover decidere in modo definitivo sul sequestro, a breve, saranno invece gli Ermellini: il pm ha infatti presentato ricorso anche in Cassazione. Quanto ai sei indagati per abuso d’ufficio, si tratta di Bissoli,Giannantonio Parolini, Maurizio Alfeo, Carlo Poli, Andrea Miglioranzi e Gregorio Giovane.