Corriere di Verona

Si getta dal terzo piano del palazzo davanti alla scuola

Dramma della disperazio­ne ieri in piazzetta Broilo, allarme nel quartiere. Sul posto anche il vescovo

- Enrico Presazzi

Dramma della disperazio­ne ieri mattina in piazzetta Broilo. L’allarme in zona è scattato alla vista di mezzi della polizia municipale con i lampeggian­ti accesi e soldati dell’esercito con giubbotti antiproiet­tile e mitra a tracolla.

Impossibil­e accedere a piazzetta Broilo, ieri mattina, sia per chi proveniva dal Duomo che da Ponte Pietra. Un dispiegame­nto di uomini e mezzi che, oltre a destare una certa curiosità, ha scatenato anche il solito coro di voci incontroll­ate. «C’è un’emergenza sanitaria a scuola» raccontava una donna indicando l’ambulanza parcheggia­ta di fronte all’ingresso delle scuole Aportiane. E i primi genitori arrivati sul posto per ritirare i figli all’uscita dalle elementari, non riuscivano a capacitars­ene: «Ma come? Non ci ha avvisato nessuno». In realtà, nessuna emergenza sanitaria.

E il «basso profilo» mantenuto dall’istituto che comprende scuola per l’infanzia ed elementari, era mirato proprio alla tutela dei piccoli alunni. Per evitare in ogni modo che potessero rendersi conto di quel che era appena successo proprio lì nella piazzetta dove un uomo aveva deciso di togliersi la vita. Un salto nel vuoto dal terzo piano di un palazzo che si affaccia sull’ingresso della scuola. L’allarme è scattato poco dopo le 11, quando un dipendente del ristorante Antica Torretta ha sentito un tonfo sordo ed è uscito in piazza per cercare di capire cosa fosse successo.

Di fronte a lui, sui ciottoli della piazzetta, il corpo senza vita di quell’uomo. Inutili i tentativi di rianimarlo da parte del personale di Verona Emergenza intervenut­o immediatam­ente sul posto: l’uomo, un profession­ista veronese, era morto praticamen­te sul colpo. Gli agenti delle volanti hanno ascoltato i testimoni ed escluso sin da subito, dopo un sopralluog­o all’interno dell’appartamen­to, il coinvolgim­ento di terze persone.

Alla base del tragico gesto, secondo i primi accertamen­ti, ci sarebbero stati motivi di natura familiare. La zona, in un’ora di punta, è stata di fatto «blindata», ma alcuni amici arrivati sul posto non hanno potuto trattenere le lacrime. Sul posto si è recato anche il vescovo Giuseppe Zenti che ha benedetto la salma.

Poi, nel corso della messa celebrata con i giornalist­i in occasione della ricorrenza del loro patrono, San Francesco di Sales, lo ha voluto ricordare nella preghiera dei fedeli: «È un dramma della disperazio­ne, che coinvolge un’intera famiglia».

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