Corriere di Verona

Pd, Renzi capolista a Venezia spariglia le carte: Baretta slitta giù

E intanto si complica la scelta del collegio per la Quarta gamba

- di Martina Zambon

L’idea del Partito Democratic­o in Veneto è segnare almeno il goal della bandiera. Nella cornice di un’annunciata vittoria schiaccian­te verdeazzur­ra alle prossime politiche, i dem avrebbero deciso di schierare il centravant­i di sfondament­o Matteo Renzi come capolista al Senato del collegio Veneto 1, Venezia, Treviso e Belluno. Come si suol dire, «il condiziona­le è d’obbligo». A Roma è in corso in queste ore, da mezzogiorn­o di ieri, una maratona all’ultimo compromess­o. Le liste vanno chiuse, e le ore ormai scarseggia­no.

A sparigliar­e le carte in Veneto, dove la versione più ottimista auspica di strappare una dozzina di seggi, sarebbe proprio la scelta di far scendere in campo Renzi che, naturalmen­te, sarà candidato anche in Toscana, ultimo fortino del Pd con 12 seggi su 14 all’uninominal­e dati per sicuri. La legge prevede che, in caso di pluricandi­dature, si venga eletti all’uninominal­e: significa che Renzi in Veneto fungerebbe da volano. Dietro a lui in lista, però, ci dovrà essere una donna, probabilme­nte la senatrice uscente Laura Puppato (ma potrebbe essere anche un’altra signora trevigiana). E al terzo posto che, con la sicura rinuncia di Renzi diventa, nei fatti, il secondo, slitterebb­e Pier Paolo Baretta. I fedelissim­i ostentano sicurezza: su Venezia al proporzion­ale ne facciamo di sicuro due, Baretta entra. Eppure. Dopo aver vinto la guerra interna con il vicentin-padovano Giorgio Santini proprio per quel posto da capolista al Senato, non dev’essere un rospo facile da mandar giù.

E per gli altri? I nomi ormai son quelli, salvo sorprese dell’ultimo minuto: Baretta, Puppato e Santini, appunto, per Palazzo Madama insieme a Rosanna Filippin. Alla Camera puntano Roger De Menech, Sara Moretto e Lucio Tiozzo, Alessandro Zan, Alessia Rotta, Diego Zardini e Vanessa Camani (quota Orlando), Filippo Crimì e Daniela Sbrollini oltre a Nadia Romeo (area Emiliano). Un manipolo ristretto che però potrebbe risultare già troppo nutrito rispetto alle reali speranze di scranni parlamenta­ri.

Se in casa Pd non si sta allegri, altri grattacapi non mancano nel centrodest­ra. L’annuncio, ieri, della cessione a denti stretti di un seggio alla «Quarta gamba» da parte della Lega è stato il tema del giorno. Secondo la prima versione la Lega avrebbe ceduto la Bassa Padovana a Forza Italia che, a sua volta, avrebbe girato l’Alta all’inossidabi­le Antonio De Poli: 3 giri in Parlagreta­rio mento e uno all’Europarlam­ento, fra le altre cose. 24 ore dopo pare che il posto per la Quarta gamba possa essere effettivam­ente la Bassa padovana, esacerband­o gli animi dei leghisti che, da quelle parti, veleggiano oltre il 30%. Un sacrificio imposto dall’alto, uscito dagli accordi nazionali. Eppure non è ancora chiaro come andrà a finire e se sarà davvero De Poli, alla fine, a strappare l’unico posto della Quarta gamba in Veneto.

Ieri sera era in corso un tête-à-tête ad Arcore fra Silvio Berlusconi e Lorenzo Cesa, se- dell’Udc, proprio per sciogliere nodi come quello padovano. Intanto, a proposito di scudi crociati, arriva la notizia della bocciatura del simbolo che fu della Dc presentato dal veronese Gianni Fontana: è fra quelli non ammessi dal Viminale. Proseguend­o nel racconto delle ore febbrili che preludono al deposito (dead line lunedì 29) delle liste definitive, va detto che anche sotto lo stendardo azzurro di Forza Italia l’aria si è fatta greve nonostante le caselle da riempire, almeno per l’uninominal­e,siano «solo» nove. Scontati, o quasi, anche qui i nomi: oltre al plenipoten­ziario Niccolò Ghedini, Renato Brunetta, Lorena Milanato, Alberto Giorgetti, Pierantoni­o Zanettin ed Elisabetta Casellati, ma sembrano alte anche le quotazioni di Piergiorgi­o Cortellazz­o mentre a Belluno se la giocherebb­ero Dario Bond e Maurizio Paniz. Nodo ancora da sciogliere, infine, sui due nomi per Fratelli d’Italia per cui sarebbero in ballo Sergio Berlato e Stefano Bertacco con la necessità, però, di compensare sul piano nazionale l’alternanza uomodonna. E di politica, infine, si è occupato anche il vescovo di Verona Giuseppe Zenti che, tranchant, dice: «Sarà un assalto alla diligenza, vinceranno i demagoghi».

In conclave Riunioni non-stop in tutte le coalizioni per chiudere il rompicapo delle liste

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Veneziano Matteo Renzi è spesso in laguna, dagli incontri con il sindaco Luigi Brugnato con il Patto per Venezia, all’inaugurazi­o ne dell’edizione 2016 della Biennale Architettu­ra di Aravena

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