Esclusi eccellenti: dopo il mercato le purghe di Fusco
Con la Roma in quattro non convocati per «motivi tecnici» L’ipotesi che non abbiano acconsentito alla cessione
Attorno al Verona non manca mai l’aria di burrasca, come se sui cieli sopra l’Hellas ci fosse una perturbazione permanente. L’ultima vicenda che ha agitato l’ambiente gialloblù riguarda l’esclusione dalla lista dei convocati, per la gara di domenica al Bentegodi con la Roma, di quattro giocatori: Marco Fossati, Daniele Verde, Thomas Heurtaux e Gian Filippo Felicioli. Un fatto che ha sollevato ovvie discussioni, anche perché il Verona ha una rosa non così ampia, quanto ad alternative, al punto che nella gara con i giallorossi sono andati in panchina soltanto nove elementi, compresi i due portieri di riserva, Coppola e Silvestri, e il giovane capitano della formazione Primavera, Andrea Danzi.
Con il silenzio stampa decretato dopo la sconfitta con il Crotone che non si interrompe e prosegue fino a data da destinarsi, non è stato possibile chiedere a Fabio Pecchia la ragione della decisione presa. C’è la versione ufficiale fornita dal club prima della partita: scelta tecnica. Poi, sono emersi altri dettagli, che inducono ad aggiungere all’espressione l’aggettivo «punitiva». Ovvero, Pecchia non avrebbe visto, nel corso della settimana che ha preceduto la sfida con la Roma, la necessaria concentrazione da parte degli uomini che, poi, sono stati spediti in tribuna. Una linea dura, quella adottata dal tecnico, che si sposa con la visione del direttore sportivo dell’Hellas, Filippo Fusco, che negli ultimi giorni di mercato aveva cercato di trovare una destinazione soprattutto per Fossati.
Il Verona voleva seguire altre piste per il centrocampo e la cessione del regista era, per motivi di bilancio, il passaggio necessario per potersi muovere su questa rotta. Fossati, però, ha sempre rimarcato la propria volontà di rimanere all’Hellas – la stessa situazione si era verificata in estate –, e così è stato. Se per Heurtaux c’era l’ipotesi del ritorno in Francia, al Rennes, di concerto con l’Udinese, titolare del suo cartellino, e se per Verde erano emerse delle soluzioni spagnole (ma il Verona ha intenzione di riscattare il prestito dell’attaccante dalla Roma, che poi potrà esercitare l’eventuale controriscatto), mentre Felicioli è stato poco o nulla impiegato finora, è chiaro che certe voci hanno mosso le acque, inducendo Pecchia, con il supporto determinante di Fusco, a intervenire in maniera radicale.
Non si tratta, però, di una chiusura definitiva, anzi: già con la Sampdoria, domenica, è probabile che i quattro tornino a fare parte del gruppo, perlomeno sedendosi in panchina. Ieri, intanto, si sono allenati con il resto della squadra, a parte Felicioli, fermo per un attacco febbrile.
Rimane il fatto che il caso ha assunto consistente rilevanza, seppure vada inserito in un ambito meno rigoroso rispetto a quanto era apparso all’inizio. Nessuno dei giocatori in questione è stato collocato fuori rosa. Tutti sono, invece, nella lista degli uomini impiegabili, depositata giovedì, tramite invio Pec, negli uffici della Lega A. Non ci sono «tagli» e, se di epurazione si deve parlare, il termine va limitato – per ora, in assenza di prove contrarie – alla sola partita con la Roma. Una specie di «purga», che però ha anche privato il Verona, in un incontro che, sul piano del risultato (principalmente per i tanti sprechi giallorossi in fase conclusiva), è rimasto in bilico fino alla fine, di alternative che avrebbero potuto essere utili per inseguire il pareggio. Il dado, però, era già stato tratto.