Si pestano e poi solidarizzano Ultrà nemici uniti dai Daspo
Il questore: «Si erano dati appuntamento». Caccia ai supporter veronesi
Sono riusciti a evitare l’arresto. Ma difficilmente potranno scansare denunce e Daspo. Le immagini dei filmati registrati in diretta dagli agenti della polizia scientifica «inchiodano» una trentina di tifosi veronesi, protagonisti della rissa a colpi di spranghe, bottiglie, cinghiate e calci e pugni con gli ultrà della Roma, 21 dei quali sono stati arrestati in flagranza. Il questore Ivana Petricca lascia intendere imminenti sviluppi. «Siamo certi che veronesi e romanisti si erano messi d’accordo» spiega. Una sorta di duello organizzato, come confermerebbero le parole degli ultrà capitolini: «Ci si mena, ma poi finisce tutto lì».
Sono riusciti a evitare l’arresto. Ma difficilmente potranno scansare denunce e Daspo. Perché le immagini dei filmati registrati in diretta dagli agenti della polizia scientifica li «inchiodano» alle loro responsabilità, nonostante sciarpe e cappucci utilizzati per nascondersi.
Protagonisti della rissa a colpi di spranghe, bottiglie, cinghiate e calci e pugni con gli ultrà della Roma. E nelle prossime settimane, la Curva Sud dell’Hellas rischia di «spopolarsi». E non dipenderà dalle fortune della squadra di Fabio Pecchia: sono almeno una trentina i tifosi veronesi che rischiano infatti di vedersi notificare i Daspo che li terranno lontani dal Bentegodi e dagli stadi italiani per un bel po’.
Perché le indagini proseguono a ritmo serrato dai primissimi minuti successivi alla mega «scazzottata» andata in scena verso le 10 di domenica in via Pirandello, a due passi dallo Stadio. «Stiamo lavorando», ha assicurato ieri il questore Ivana Petricca, lasciando intendere imminenti sviluppi dopo l’arresto in flagranza dei 21 ultrà giallorossi fermati mentre tentavano di dileguarsi in auto.
«Siamo certi che veronesi e romanisti si erano messi d’accordo», ha proseguito. Una sorta di duello organizzato, proprio come confermerebbero le parole degli ultrà capitolini una volta portati in questura: «Ci si mena, ma poi finisce tutto lì». L’appuntamento è scattato poco prima delle 10 e la polizia, temendo scontri, era già da ore sul posto per monitorare la situazione. «Un gruppo di circa cinquanta tifosi veronesi, all’improvviso è uscito dal bar Bentegodi di via Fra’ Giocondo e si è diretto compatto verso via Pirandello, dove attendevano gli ultrà della Roma ha spiegato la dirigente della digos Tea Mercoli, affiancata dal vice delle volanti, Bruno De Santis -. Dal bar non c’è modo di vedere via Pirandello ed è evidente che qualcuno ha avvisato i veronesi dell’arrivo dei rivali. Riteniamo che probabilmente si fossero dati proprio appuntamento lì».
Il blitz è stato rapidissimo e ripreso in diretta dalla polizia e dalle telecamere di ultima generazione installate di recente in zona Stadio. In via Leonardo è arrivata un’auto grigia e dal baule i tifosi dell’Hellas hanno scaricato le aste avvolte nelle bandiere gialle e blu. Poi, di corsa, il gruppo ha raggiunto i rivali e ne è nato un parapiglia da Far West: lanci di bottiglie, cinghiate, aste vibrate con forza contro gli altri. Quattro minuti di pura follia ultrà, prima che arrivassero i rinforzi delle forze dell’ordine.
I gialloblù hanno fatto perdere le loro tracce dileguandosi a piedi nel dedalo di stradine che circondano il Bentegodi, mentre i romanisti sono fuggiti sulle auto dei complici che attendevano in via San Marco con il motore acceso. La colonna di mezzi dei giallorossi è stata fermata in via Palladio (il primo veicolo dei cinque è riuscito a dileguarsi) e tutti i 21 occupanti sono stati arrestati con le accuse di rissa e possesso di atti oggetti a offendere. E in quel momento, dopo le botte, è scattata la solidarietà ultrà. Una solidarietà certificata anche in tribunale il giorno dopo durante la direttissima per gli arresti, con i veronesi presenti a sostenere i capitolini. Intanto, erano già scattate le perquisizioni: una volta riconosciuti nei filmati, i poliziotti si sono presentati a casa di quattrocinque veronesi. Temendo l’arresto in differita, gli ultrà gialloblù si erano già dileguati. Ma il loro destino sembra già scritto.
I romani «Ci si mena, poi tutto finisce lì»