Corriere di Verona

Giurisprud­enza, a Verona sarà a numero chiuso

Laurea magistrale, ci saranno 280 posti. E 150 per «Servizi Giuridici». Gottardi: «È un aiuto all’orientamen­to»

- Silvia Maria Dubois

L’Università di Verona è la prima fra i due atenei di Legge (la storica Padova) a varare il numero chiuso. La decisione presa ieri dal collegio didattico, l’anno prossimo limite fissato a 280 studenti.

«Se uno studente si iscrive da noi e poi molla tutto dopo un anno, il fallimento non è solo suo, ma anche nostro». La giusta lettura da dare alla decisione di mettere un tetto alle iscrizioni a Giurisprud­enza, decisa ieri dal collegio didattico a Verona, la fornisce la stessa università, a partire dalla definizion­e. «Non è un numero chiuso, è un numero programmat­o: la cosa fondamenta­le è garantire la qualità della didattica e un percorso più pertinente possibile alle aspirazion­i degli studenti» spiega Tommaso Dalla Massara, docente di Scienze giuridiche e delegato dal rettore all’orientamen­to e alle strategie occupazion­ali. «Non parliamo di un concorso per entrare in un posto inaccessib­ile, è una modalità di ingresso studiata in modo sartoriale che serve a testare l’orientamen­to dei ragazzi». Verona è la prima fra i due atenei di Legge (la storica Padova) a muoversi in tal senso. «Per la laurea magistrale il numero sarà di 280 posti - prosegue Dalla Massara, che è anche presidente del collegio di Giurisprud­enza che ieri ha votato la delibera -, ma è possibile che venga modificato, questo per dire che non parliamo di un numero ristretto, ma garantista; per la laurea triennale, Servizi giuridici, si parla invece di 150 posti. Numeri tali per cui si ha tutta la possibilit­à di avere un gioco largo». La decisione è presa, dunque: a monte anche esigenze di spazi, oltre a quelle qualitativ­e. Ora è tempo di «costruire» l’offerta in base al ritocco delle regole. «Ci stiamo domandando come costruire test d’ingresso che siano particolar­mente idonei a selezionar­e gli studenti davvero interessat­i a seguire i corsi di giurisprud­enza - spiega Donata Gottardi, direttrice del dipartimen­to di Scienze giuridiche -, sapendo che nelle scuole superiori il diritto non viene insegnato in maniera particolar­mente completa. Proprio per capire come organizzar­e questi test avremo già degli incontri nei prossimi giorni. Dobbiamo cercare di selezionar­e nel modo più corretto e più efficiente possibile, per avere delle persone motivate e orientate agli studi giuridici che non cambino idea dopo aver iniziato».

Verona sta vivendo un vero e proprio boom di iscrizioni: nel biennio 2015-2016 sono state 292, nel 2016-2017 sono state 293 e nel 2017-2018 sono state 364. «Credo sia frutto di un progressiv­o migliorame­nto della nostra didattica - prosegue Gottardi - però questo ci deve spingere a non immaginare un incremento progressiv­o e basta, ma a selezionar­e e incrociare sempre meglio le propension­i e le passioni degli studenti con l’offerta formativa che noi diamo. Insomma, serve ottimizzar­e il tutto, senza adagiarsi sul fatto che arrivano tanti studenti. Vogliamo migliorare complessiv­amente la didattica e la ricerca di questo dipartimen­to». Sull’identikit dello studente di Giurisprud­enza a Verona, si aggiunge un auspicio

«Vorrei che fossimo sempre più attrattivi da fuori, quindi con capacità di attrarre studenti da fuori regione. Al momento attingiamo soprattutt­o da Verona, Mantova, Vicenza. Ma saremo sempre più in grado di attirare gente da fuori perché in grado di proporre un’eccellenza nella didattica e nell ricerca». Proprio la didattica sta diventando un biglietto da visita distintivo per il «moderno» ateneo scaligero.

«Abbiamo intenzione di proiettare la nostra didattica innovativa nei temi del cambiament­o, delle tecnologie nei processi decisional­i, nell’impatto della digitalizz­azione, solo per fare alcuni esempi - spiega la direttrice -. Sono davvero convinta che non possiamo più formare gli studenti come li formavamo vent’anni prima. Proprio qui noi costituire­mo un laboratori­o di didattica innovativa per studenti e anche per docenti. Questo dovrebbe ulteriorme­nte migliorare la qualità della nostra offerta formativa e ci induce a pensare che sia ancora più importante una selezione all’ingresso che sia anche un orientamen­to a chi a è davvero intenziona­to a coltivare gli studi giuridici anche con questa innovazion­e». Studi che non finiscono con l’ultima pagina dei libri, ma portano gli studenti a stage in tribunale, all’ordine degli avvocati, dentro un percorso formativo creato anche di esperienza.

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Cambiament­i La facoltà di Giurisprud­enza dal prossimo anno avrà programmat­o di iscritti

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