Treni Verona-Rovigo, primi stanziamenti per uscire dalla black list delle linee peggiori
E l’assessore De Berti chiede a Trenitalia di gestire il servizio. Ma i tempi sono lunghi
L’obiettivo è far uscire la Verona – Rovigo dalla top ten delle peggiori linee ferroviarie d’Italia. La classifica la stila ogni anno Legambiente e, purtroppo, i 74 chilometri di via ferrata che collegano (o separano, a seconda di come la si veda) le due città risultano immancabilmente in cima alla classifica causa ritardi, cancellazioni, disservizi e vetustà delle datatissime vetture a gasolio. Quindi, l’impegno che Regione Veneto, assieme a Rete Ferroviaria Italiana, si è assunta davanti ai sindaci dei Comuni attraversati dalla linea non è da poco, né immediatamente raggiungibile, visto che assomma decenni di lamentele da parte dei pendolari e di ritardi negli interventi da realizzare.
La buona notizia, però, è che i primi stanziamenti per migliorare la tratta ci sono. «Per quanto riguarda il materiale rotabile – ha chiarito Elisa De Berti, assessore regionale alle Infrastrutture e ai Trasporti – Sistemi Territoriali (la società regionale che gestisce il servizio) ha provveduto a mettere in servizio due treni di nuova generazione e un terzo entrerà in esercizio nei prossimi giorni. In più, la Regione ha confermato lo stanziamento di 17 milioni di euro per l’acquisto di nuovi convogli diesel che saranno disponibili a partire dal 2020». Quindi, dei 5 treni che oggi corrono, si fa per dire, lungo la linea, tre saranno a breve di nuova generazione. Ma anche Rfi è pronta a investire sull’infrastruttura: sono pronti, infatti, 5 milioni per la realizzazione del nuovo Apparato centrale computerizzato, cioè il sistema di gestione della linea, della stazione di Legnago e altri 9 per il rinnovo e rifacimento dell’armamento, cioè massicciata e binari, nel tratto tra Cerea e Isola della Scala. Poi, Regione e Rfi cofinanzieranno la realizzazione di un sottopasso nel territorio di Cerea in modo da eliminare tre passaggi a livello. Quello dei passaggi con sbarre, infatti, è una grave piaga della linea ferrata: non solo ce ne sono ben 83 (di cui 24 privati) in 74 chilometri, ma spesso proprio questi passaggi a livello sono causa dei ritardi e cancellazioni, per incidenti e malfunzionamenti.
Ma questo non è l’unico impegno assunto da Regione e Rfi. De Berti, infatti, ha chiesto che sia Trenitalia ad occuparsi della gestione del servizio: «Ho deciso – ha chiarito l’assessore – di non prorogare il contratto di Sistemi Territoriali e di far rientrare la gestione del traffico nel più ampio contratto del trasporto regionale con Trenitalia». L’altro punto è che è in fase di studio l’elettrificazione della linea nella tratta Cerea–Isola della Scala, in modo che almeno da Verona a Legnago si possano utilizzare treni elettrici. «Siamo contenti – ha detto Clara Scapin, sindaco di Legnago, a nome dei colleghi – che ci siano le risorse. Ora i Comuni si impegneranno, insieme alla Regione, a trovare una soluzione per eliminare gran parte dei passaggi a livello e per rendere il servizio migliore e adeguato. Certo i tempi sono lunghi, ma l’obiettivo è quello di arrivare a realizzare la metropolitana di superficie».
Dal canto suo Legambiente è soddisfatta dei finanziamenti, ma rilancia: «È la prima volta che si mettono a disposizione risorse e questo è un passo importante – analizza Lorenzo Albi, vicepresidente Legambiente Verona – ma attenzione, perché la vera innovazione passa dall’elettrificazione della linea, solo così il servizio può essere sostenibile anche dal punto di vista economico. È necessaria una visione più ampia, altrimenti si rischia di buttare anche questi milioni».
Legambiente Bene i fondi ma senza linea elettrificata non servono a molto