Fucile da sub e pugnale ferì 5 militari: «Tentato omicidio»
(la.ted.)Tentato omicidio e lesioni ai danni di 5 militari dell’Arma che il 18 maggio 2017 erano intervenuti a casa sua perché doveva essere sottoposto a un Tso. Sono le pesanti accuse di cui doveva rispondere ieri M. S. in udienza preliminare: attualmente al Rems di Bologna sottoposto a misura di sicurezza, attraverso i suoi legali Filippo Vicentini e Vittore D’Acquarone ha chiesto il rito abbreviato. Per la prossima udienza, calendarizzata a giugno, sono in programma discussione e sentenza. Inizialmente, dopo il fattaccio, venne ricoverato nel reparto di psichiatria dell’ospedale di Borgo Trento. Quel giorno l’uomo, classe ‘62, si era barricato in casa, un appartamento al primo piano di via Sirtori, per evitare un trattamento sanitario obbligatorio. Intorno alle 13.30 alla porta dell’abitazione bussarono la polizia locale e i medici preposti al tso. Ma lui non voleva saperne, non aprì la porta per alcina ragione, anzi si armò di coltelli e di un fucile da sub minacciando chiunque avesse intenzione di entrare. Fu a quel punto che venne richiesto l’intervento dei carabinieri per la negoziazione, ma intanto l’intero palazzo venne isolato e per precauzione vennero staccati luce e gas. Ore interminabili di tensione fino alle 20, quando l’uomo si decise ad aprire la porta. I militari riuscirono a strappargli di mano il fucile da sub, ma il veronese gridando «Vi uccido» riuscì comunque a ferirli con un coltello prima di essere bloccato e sedato. Ora si trova al Rems dove deve anche attendere l’imminente verdetto giudiziario.
E un episodio fotocopia sarebbe accaduto a breve distanza di tempo anche a Legnago, dove doveva essere sottoposto a un Trattamento sanitario obbligatorio un 45enne affetto da disturbi psichici. Anche in quel caso, non appena la polizia si era avvicinata alla sua abitazione, aveva deciso di barricarsi dentro.Il personale sanitario del 118 e gli agenti della locale si erano trovati in seria difficoltà. Ne seguì circa un’ora di vera concitazione, durante la quale erano stati allertati anche i carabinieri.I militari avevano dapprima provato a lungo a convincere a parole il destinatario del Tso, affinché si lasciasse condurre in ospedale, ma lui aveba continuato a manifestare tutta la sua resistenza, mentre aumentavano anche i timori che potesse compiere degli atti autolesionistici. Finché i carabinieri riuscirono a entrare di forza e immobilizzarlo.