L’addio al CdI imposto dalla «policy aziendale» del gruppo dolciario
(a.s.) Ci sarebbe una VERONA clausola, legata alla «policy aziendale» della Bauli, all’origine della scelta di Michele Bauli di lasciare anzitempo (dopo nemmeno un mese) il Consiglio di Indirizzo della Fondazione Arena. Il regolamento del gruppo dolciario veronese, infatti, prevederebbe per il presidente l’allontanamento dagli incarichi istituzionali, specie quelli a contaminazione politica. Nessun «ripensamento», quindi, nell’affrontare da protagonista il piano di risanamento della Fondazione, come assicurano alcuni dei suoi compagni di avventura. Piano che, da quanto è trapelato, verrà comunque portato avanti da un rappresentante di Confindustria. Fermo restando che l’ultima decisione spetta al sindaco Federico Sboarina (che dovrà approntare un altro bando), il nome che va per la maggiore è quello di Marilisa Allegrini, imprenditrice vitivinicola con ottimi rapporti a livello internazionale. Prima di arrivare a lei si era pensato anche a Gianluca Rana (invito declinato perché troppo impegnato all’estero) e a Sandro Veronesi (ma anche mister Calzedonia non ha dato la sua disponibilità). L’idea della «gestione aziendale» della Fondazione Arena è però il mantra di questo Consiglio di Indirizzo, anche se si scontra, nel suo incipit, con la burocrazia e con la necessità di far quadrare conti e nomine. L’uomo indicato dal sindaco, e apprezzato anche dai consiglieri, è il manager Gianfranco De Cesaris. Ma per arrivare alla sua nomina ci sono due strade. La prima presuppone la riorganizzazione della pianta organica, con tanto di incontri con le parti sindacali e tempi di realizzazione di almeno tre mesi. La seconda è quella di scindere il doppio incarico di Francesca Tartarotti, attuale direttore operativo e capo del personale, con una rinegoziazione del suo contratto modellandolo su una sola mansione per aprire la porta all’ingresso di De Cesaris come direttore. «Ci stiamo lavorando», assicurano i consiglieri, ma a quanto pare tutto dipende dalla posizione che intenderà assumere la direttrice Tartarotti.
C’è poi un altro aspetto che condiziona il decollo delle operazioni di rilancio del nuovo CdI: il timore di uscire dal Piano di risanamento grazie al quale si sono ottenuti i fondi della Bray. «Ci si sente degli osservati speciali», fa sapere un consigliere. Ricordando che per ogni operazione che si ritiene opportuno compiere è necessario un confronto con il ministero per essere certi di poter procedere. Serve pazienza, pare di intuire. Perché nonostante il commissariamento e tutte le decisioni prese per cercare di sistemare le cose, si è ancora molto lontani dal risolvere i problemi della Fondazione Arena. Intanto c’è da riempire il cartellone del prossimo Festival con gli artisti e il nuovo sovrintendente, Cecilia Gasdia, dicono sia già a buon punto.