«Tratta di essere umani», in manette una donna nigeriana
Straniera, senza VERONA documenti. Ad attenderla alla stazione di Frosinone c’era la Polfer. Ma i poliziotti hanno capito subito che non si trattava di una clandestina. Poche parole in inglese per intuire che quella giovane nigeriana, in realtà, stava scappando da un incubo. Ed è stata fatta scattare l’indagine coordinata dalla Dda di Venezia che nei giorni scorsi ha portato in carcere una donna nigeriana residente in borgo Roma con l’accusa di tratta di essere umani finalizzata allo sfruttamento della prostituzione. Secondo la ricostruzione della squadra mobile veronese, Eunice Odeh, nigeriana di 39 anni residente da anni a Verona, faceva parte di un sodalizio pronto a mettere sulla strada la poveretta, costringendola a vendersi. Nell’aprile del 2016, a 22 anni, aveva chiesto ad alcuni connazionali un aiuto per arrivare in Italia: loro le avevano detto che Odeh le avrebbe pagato i 25 mila euro necessari al viaggio e che lei, in cambio, avrebbe dovuto saldare il debito prostituendosi. Per suggellare il patto, prima della partenza, le avevano praticato anche un rito voodoo. Ma lei, come ha poi raccontato, era convinta di riuscire a sistemare il debito lavorando regolarmente. Sbarcata sulle coste siciliane, era stata affidata a un centro accoglienza di Rimini. E lì un’altra donna l’aveva messa in contatto con Odeh. A dicembre del 2016, due connazionali l’avevano portata a Verona dalla maitresse che le aveva sottratto i documenti chiudendola in casa. Lei era riuscita a fuggire e a salire sul treno.